Circolo dei Libri

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La Grande Guerra, due scrittori al fronte

30novembre
2018

Ricorre in questo autunno il centenario della fine della terribile Prima Guerra mondiale, terminata nel 1918 dopo quattro anni in cui l'Europa visse l'atrocità di una immane carneficina. Alla fine, mezzo continente ridotto in rovina e milioni di morti. Una delle più assurde tragedie della "civilissima" Europa. Noi, qui, ci soffermiamo su due romanzi, entrambi pubblicati nel 1929 da due giovanotti che gli orrori di quella guerra, in modo diverso, li avevano toccati con mano, al fronte: Erich Maria Remarque e Ernest Hemingway, pressoché coetanei. Remarque, tedesco, a diciotto anni lascia il liceo e parte con i suoi compagni per la guerra, nelle file dell'esercito prussiano (che sarà sconfitto). Vedrà orrori e dolori, proverà terrore e nostalgia, cercherà di salvare il proprio nòcciolo di umanità. Hemingway, diciottenne americano, si annuncia volontario e raggiunge il fronte in Italia, come autista di ambulanze. Assisterà a dure battaglie e alla tremenda disfatta di Caporetto (nell'immagine, una sua foto di quei mesi). Entrambi, undici anni dopo, pubblicheranno due grandi romanzi che evocano quella tremenda esperienza: Remarque con "Niente di nuovo sul fronte occidentale (vedi video di questa settimana e recensione), Hemingway con "Addio le armi" (nel video della prossima settimana).

Nella foto: Hemingway volontario in Italia nel 1918