Circolo dei Libri

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Non ci resta che leggere (11)

10aprile
2020

Olive, ancora lei

Elisabeth Strout

BEN TORNATA, OLIVE KITTERIDGE

"Nel primo pomeriggio di un sabato di giugno, Jack Kennison inforcò gli occhiali da sole, salì sulla sua decappottabile aperta, si fece passare la cintura di sicurezza sulla grossa pancia e partì alla volta di Portland, a quasi un'ora di macchina, pur di non incontrare Olive Kitteridge lì nel negozio di alimentari di Crosby nel Maine"Elisabeth Strout, "Olive, ancora lei", Einaudi
Uno dice magari: non è allegro consigliare l'affanno e gli acciacchi e le malinconie di una vecchia signora in pensione che trascina i suoi ammaccamenti esistenziali, le insoddisfazioni, l'incertezza su chi lei stessa sia realmente e la malinconia per i pochi incontri importanti della sua vita. E' vero: non è sempre un buon ricostituente leggere le fatiche sui viali dei tramonti. Ma rispondo anche che a quell'ultimo pezzetto di cammino (e anche spesso dolce, perché no?) prima o poi ci si arriva tutti.Se poi l'anziana signora di cui qui si parla si chiama Olive Kitteridge, che avevamo imparato a conoscere, più giovane, docente di matematica in una cittadina della provincia americana, nel Maine, apprezzando molto la sua presenza intermittente nel libro a formare un esempio riuscitissimo di tecnica mista (racconti e romanzo al tempo stesso), allora accomodatevi in poltrona e cominciate a leggere "Olive, ancora lei", fresco di stampa (Einaudi). E poi Olive Kitteridge ha una buona riserva di forza di vita nel suo animo. Se la scrittura è forte e la perspicacia nell'osservazione della natura umane e sociale anche, tutte le storie vanno bene. Quelle dei giovani e quelle dei vecchi. Quando poi le due età si incrociano, è ancora meglio. LEGGI LA RECENSIONE