Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

Sostiene Pereira che non ci vedremo

06novembre
2020

(Foto: Marcello Mastroianni interpreta Pereira).

Sostiene Pereira che non ci potremo incontrare per parlare di lui lunedì 9 e martedì 10 novembre a Bellinzona e a Lugano come invece avevamo previsto nei nostri tre Circoli di lettura. Il virus ci costringe al coprifuoco letterario (cioè restiamo a casa nostra a leggere). Troveremo il modo di riparlarne. Intanto, un lampo di lettura dal romanzo di Antonio Tabucchi:

(Pereira) "accese un sigaro, si asciugò col tovagliolo il sudore che gli colava sulla fronte, si sbottonò il primo bottone della camicia e disse: le ragioni del cuore sono le più importanti, bisogna sempre seguire le ragioni del cuore".

Ma appena più avanti:

"E' difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira".

Tabucchi allude qui alla celebre riflessione di Blaise Pascal: "Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce".

Il che rimanda alla frase dei "Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni che Giorgio Bassani mise quale pensiero introduttivo nella prima edizione, nel 1962, del suo "Il giardino dei Finzi-Contini":

"Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualcosa da dire su quello che sarà. Ma che sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto"

E nel finale del romanzo Bassani riprende l'enigma del cuore:

"Micòl ripeteva di continuo (...) che il futuro, in sé, lei lo aborriva, ad esso preferendo di gran lunga ' le vierge, le vivace et le bel aujourd'hui', e il passato, ancora di più, il caro, il dolce, il pio passato. E siccome queste, lo so, non erano che parole, le solite parole ingannevoli e disperate che soltanto un vero bacio avrebbe potuto impedirle di proferire: di esse, appunto, e non di altre, sia suggellato qui quel poco che il cuore ha saputo ricordare".

E' affascinante il gioco vertiginoso dei rimandi letterari: da Pascal a Tabucchi a Manzoni a Bassani, a chissà quanti altri... E del resto, a ben vedere, la letteratura forse spesso altro non è che l'ineffabile incontro fra le ambiguità del cuore e la trasformazione della memoria.