Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

08luglio
2022

Fu nel 1962, sessant'anni fa, che uscì quello che oggi risulta uno dei maggiori romanzi italiani di tutto il Novecento, "Il giardino dei Finzi-Contini (nell'immagine la prima edizione con il dipinto di Nicolas de Staël). Per ricrdare quel grande e intenso libro dedichiamo un "medaglione" alla sua protagonista ineffabile e affascinante, Micòl Finzi-Contini

Micòl Finzi-Contini, enigmatica e bella, indecifrabile e inespugnabile, è la protagonista di "Il giardino dei Finzi-Contini" di Giorgio Bassani, un romanzo sontuosamente inscenato su due fondali, uno temporale e l'altro geografico, fisico, reale e immaginario al tempo stesso. Il primo è quello della stagione torbida del fascismo e delle leggi razziali, in una Ferrara dove i ragazzi della buona borghesia ebraica vengono a poco a poco emarginati dalla discriminazione. L'altro scenario, centrale, è quello di Ferrara ma soprattutto del vasto, lussureggiante giardino degli aristocratici Finzi-Contini, nel quale vengono accolti, per partite di tennis, merende, frequentazioni sempre più intense, i giovani correligionari espulsi dai circoli cittadini per indegnità di razza. In quell'isola effimera, per poco felice, febbrile (in un autunno e in un inverno anche metaforici) si disegna l'amore irrequieto e intenso dell'Io narrante per la ragazza di casa, Micòl, bella di un biondo suo, di una sua impertinenza dolce. Lei gli vuole bene, molto bene, gli regala una amicizia profonda. Ma al goffo tentativo di assedio amoroso di lui, lei si richiude, dice che non si può, che loro due sono troppo simili, uguali, per sopraffarsi in un amore, perché l'amore "è roba per gente decisa a sopraffarsi a vicenda, uno sport crudele, feroce". Lei sfugge, parte, ritorna, un po' perdona l'insistenza di lui ma poi si chiude, dolorosamente punitiva. Lui ne soffre, come succede in tutti i grandi amori unilaterali o corrisposti in modo asimmetrico. Tralascio qui la nervatura della storia, le lunghe chiacchierate, le ricognizioni intime dentro il giardino immenso, le gelosie, il mistero del rapporto fra Micòl e il concreto giovanotto lombardo Giampi Malnate. Dico solo che Micòl è forse il personaggio femminile più complesso e affascinante di tutta la letteratura italiana del "˜900: sensibile, intelligente, capricciosa e misteriosa, malinconica: "il futuro, in sé, lei lo aborriva, ad esso preferendo di gran lunga "˜le vierge, le vivace et le bel aujourd'hui', e il passato, ancora di più, "˜il caro, il dolce, il pio passato' ". Il suo negarsi è forse una specie di sacrifico, a modo suo, perché il suo innamorato goffo avesse finalmente, più che l'amore impossibile per lei, la vita vera, completa, fuori dal giardino bellissimo e imprigionante, fuori dalla tragedia del nazifascismo che disperderà l'inconfondibile stile "finzicontinico" . All'io narrante - e a noi tutti lettori innamorati di Micòl - resterà nella retina del cuore un ultimo lampo dei suoi capelli biondi intravisti appena, poco prima della fine di tutto, attraverso il finestrino di un'automobile, nello spazio di pochi secondi.

M.F.