Alexander McCall Smith
TEA
Alexander Mac Call Smith, scrittore scozzese nato in Botswana prima di diventare professore a Edimburgo e romanziere a tempo pieno, sembra un fiume in piena. Scrive - e pubblica - molto. La sua mano lieve, il suo timbro sensibile, il suo humor fine e la capacità acuta di sondare la psicologia dei personaggi gli permettono di essere, sempre e senza annoiare mai, un autore atteso dai lettori, piacevole da delibare come un buon vino non troppo corposo ma delizioso al palato, un po' frizzante. Mc Call Smith ci ha abituati negli anni, grazie alle puntuali traduzioni di Guanda, ad amare i suoi tre cicli narrativi: quello della detective nera del Botswana Precious Ramotswe (si comincia con "Le lacrime della giraffa"), quello della filosofa scozzese Isabel Dalushie (si comincia con "Il club dei filosofu dilettanti") e quello del caseggiato di Edimburgo spiato dal curioso narratore ( si comincia con "44 Scotland Street").
Oltre i suoi tre filoni narrativi di successo e seriali, Alexander McCall Smith si è ora avventurato, a modo suo, in un romanzo d'amore. Che segnalo qui, nell'edizione italiana di TEA. "Amori in viaggio" è un'invenzione nemmeno molto originale ma svolta in modo fine, delicato: quattro persone (tre uomini e una donna) che non si conoscono si ritrovano a viaggiare in uno stesso scompartimento di un treno inglese. Nascono chiacchiere, si prende confidenza e i quattro, quasi per caso, cominciano a discorrere d'amore. E così le loro storie di esperienze sentimentali (e talvolta anche quelle dei loro genitori) si snodano in forma di racconti incrociati lungo il tempo di un viaggio ferroviario. Innamoramento fervido, amore maturo, turbamenti, desiderio, fedeltà, gelosia, scelte forti di vita, destini, tutto si impasta sullo sfondo di quella cosa che si chiama amore e che "può procuraci sorpresa, gioia, disperazione e, di tanto in tanto, può portarci in uno stato di grazia assoluta".
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