Laura Morante
La nave di Teseo
Racconti brevi e secchi come lampi, racconti più lunghi e complessi ma compatti. In questa alternanza di ritmi esordisce nella scrittura Laura Morante, bravissima attrice cinematografica e anche regista. Superato il "mezzo del cammin di nostra vita", Laura Morante ha osato e ha vinto la sfida con freschezza, sfornando per le edizioni "La nave di Teseo" quindici racconti di respiro sincopato e raccontando brandelli di vita in presa diretta, cogliendo momenti d'esistenza di protagonisti alle prese con grovigli sentimentali, o ferite interiori, o comuni sentimenti di innamoramento, invidia, rimpianto, curiosità, imprevisti. La dimensione ritmica, musicale, è importante, e non tanto perché Morante si concede il vezzo di ospitare qua e là, accompagnando gli "interludi" (i racconti lampo) con alcuni righi musicali (scritti a mano e riprodotti a stampa) da Nicola Piovani, ma proprio per la struttura stessa dei racconti. Ci sono frasi e periodi lunghi, sinuosi, ellittici, da "adagio", e poi improvvisi "allegri" di dialoghi battenti, secchi. Gli allegri diventano con "brio" in certi divertenti scoppi di riflessioni ironiche ma mai banali: due interludi si intitolano "Istruzioni per superare le vecchiette" e "Tristezza per una zucchina", dove davvero un protagonista si arrovella, camminando affannato lungo un marciapiedi, su come superare una vecchietta che rallenta il passaggio senza sembrar scortese o prepotente e dove davvero c'è lo sgomento per la caduta definitiva di una povera zucchina , con un tonfo di morte, dentro un cassonetto per i rifiuti vuoto. I racconti più distesi hanno altri ritmi: presentano materiali descrittivi di un avvenimento che sembra avere un esito scontato e poi rovesciano i fili dei destini, all'improvviso; oppure narrano baruffe di caratteri, pasticci familiari, piccole attrazioni e repulsioni. Spesso poi, mentre ci si potrebbe attendere che succedano delle cose (come accade per le accelerazioni di cui si diceva) invece non succede nulla: nulla di drammatico, o clamoroso, o stravolgente. Semplicemente, accade la vita. E questo battito anche minimalista ricorda a tratti il metodo della "grazia cecoviana". Certi finali sono lasciati in sospeso, con un interrogativo che viene regalato al lettore perché ci almanacchi sopra lui. Laura Morante, che ha respirato libri e letteratura sin da ragazza (in famiglia ci sono diversi scrittori, la grande Elsa Morante era sorella del papà) ha esordito in pagina seminando divertito stupore anche se il suo graffio ironico è spesso delicatamente crudele: non fa sconti sugli enigmi, le elucubrazioni, i desideri segreti e le disillusioni della vita di tutti. Un fascini particolare emana dal racconto "Sorelle", di surreale andamento felliniano: e vi figura proprio, in un fantastico gioco immaginoso, il grande regista redivivo il quale, accompagnato dalla sua Gulietta Masina, fa un ultimo scherzo dei suoi.
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