Pierre Lepori
Effigie editore
Alessandro è il conduttore di un programma radiofonico notturno in cui accoglie lo sfogo di insonni ascoltatori che affidano all'etere ansie, giudizi e tristezze. Alessandro ascolta, lascia parlare, interloquisce e manda musiche adeguate a quello stillicidio confidenziale. Lui è un uomo ancora un po' giovanile ma sovrappeso, cardiopatico e abbastanza depresso (ha perso per cattivo divorzio una moglie, coltiva un rapporto di forte legame ma non facile con un fratello, evoca l'affetto per un amico disperso, insomma parrebbe in preda a uno sconcerto affettivo). Una notte, mentre sta udendo la chiacchiera di un ennesimo ascoltatore, viene preso da una sorta di malore, più psicologico che fisico: per nascondere lo sgomento di sé, accentua la finzione di un collasso. Tanto basta perché il suo capo lo inviti con tono amichevole e forse precipitoso a prendersi almeno un mese di riposo. E Alessandro abbozza, accetta, vuole tagliare i ponti con le sue notti in onda e parte per una specie di sospensione sabbatica verso una grande metropoli americana. La conduzione notturna deve lasciarla al suo sostituto, di cui è un po' geloso perché in fondo Ale a quel programma ("Effetto notte", si chiama, come il titolo di un celebre film di Truffaut e come la definizione di una tecnica fotografica) si era affezionato, anche se a quella "corvée" notturna l'aveva obbligato la direzione della radio per un non ben precisato incidente per vaghe molestie di tipo sessuale. Comincia così l'ultimo romanzo di Pierre Lepori, scrittore svizzero italiano di fatto bilingue (vive nella Svizzera romanda da anni e scrive indifferentemente e con assoluta padronanza linguistica in italiano e in francese). Lepori è anche giornalista radiofonico culturale (per la Radio svizzera RSI) e apprezzato critico letterario e teatrale. Questa sua ultima prova letteraria conferma il suo pieno possesso di registri narrativi ricchi, diversificati, sensibili, che questa volta vengono proprio allineati in una invenzione di ritmi e mutazioni all'interno della linearità del racconto. Infatti succede che la narrazione intensa e tesa della peregrinazione solitaria di Alessandro in America sia inframmezzata dalle voci degli ascoltatori notturni che il conduttore si porta dentro. E così il filo della solitudine di Ale nella affollatissima città americana (reso da una scrittura diretta, attenta, che rivela il groviglio interiore e il fondale urbano fatto di stazioni di metro, bar, grattacieli, luci) si mescola a intermittenza con gli sfoghi notturni di ascoltatori ben poco felici i quali usano di volta in volta linguaggi diversi, fiotti verbali concitati, gergalità amare. Alessandro talvolta, di giorno (visto il fuso orario) ascolta via internet il suo sostituto nella conduzione di "Effetto notte" e capisce che nessuno è indispensabile, il programma va avanti benissimo lo stesso. Nel frattempo, in mezzo a tanta solitudine, incontra una donna strana e un po' sovrappeso come lui, ne nasce una simpatia, una attrazione intensa ma veloce. Per il resto Alessandro deve sbrogliarsela da solo nel tentativo di pacificarsi, di far luce su se stesso. Un contatto con il fratello, poi con un "amico ritrovato", gli rivela indizi di chiarezza. Per Alessandro forse sta per cominciare un "effetto giorno" per affrontare, più liberato ma anche sempre solitario, la vita. La lievità quasi radiofonica di questo romanzo non nasconde una maggiore e più intensa profondità di tutto il corpo narrativo, che racconta con scrittura fresca ma anche complessa un disagio esistenziale e affettivo.
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