Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

11febbraio
2022

Alexander McCall Smith

TEA

La lievità intessuta di finezza e intelligenza, sul registro leggero ma mai banale, richiede sempre, per essere letteratura, la qualità. Eccola, la qualità, nell'ultimo romanzo ("Il club delle vacche grasse") di Alexander McCall Smith, scrittore raffinato, colto, divertente. Se molti pensosi narratori italiani tentati dall'estetismo stilistico sapessero scrivere con la lievità, appunto, di Mc Call Smith, ne guadagneremmo tutti in piacere di lettura. Sul principio mi sostiene una bella frase del grande regista Ermanno Olmi: "Non vorrei che la forma prevalesse sulla sostanza, come accade in molte attività umane. Per esempio negli scrittori che fanno letteratura invece che narrare, ahimè!". McCall Smith narra alla grande e non fa letteratura accademica pur essendo profondamente colto. È nato in Africa da famiglia scozzese e poi è tornato in patria a Edimburgo dove è stato anche professore all'Università (oltre che appassionato suonatore di controfagotto in una orchestra di dilettanti). Il nuovo romanzo appartiene al primo dei tre cicli narrativi seriali di McCall Smith (la serialità in letteratura non è disdicevole, e va da Simenon a Elena Ferrante; importa verificarne la qualità, appunto). È il ciclo africano, con la deliziosa detective nera, grassa e buona, Precious Ramotswe, che ha fondato l'Agenzia investigativa femminile Numero 1 del Botswana (peraltro l'unica) e affronta con cuore e saggezza alcuni nodi delle vite altrui (nessun delitto efferato ma piccoli fastidi, dolori, trame arruffate). Si sorride, ci si commuove. E viene fuori uno splendido paese africano. Si può tranquillamente leggere questo ultimo romanzo ma sarebbe meglio cominciare dal primo, "Le lacrime della giraffa": opportunamente l'editore TEA indica a inizio romanzo la trafila completa e cronologica dei titoli. In quest'ultima vicenda c'è, fra parecchi altri spunti, il caso di una donna canadese che aveva trascorso la prima infanzia in Botswana e vuole riacciuffare (forse c'è qualche mistero) il filo remoto della propria memoria affettiva di luoghi e persone. Quella indagine fa affiorare qualche divergenza fra la titolare dell'Agenzia (Precious Ramotswe, la quale a chi le dice che lei è grassa risponde piccata di no, lei è soltanto di "tradizionale corporatura africana") e la sua fedele socia Grace Makutsi, occhialuta ex segretaria modello: due caratteri diversi, due modi diversi di sfruttare gli enigmi della natura umana. Ci vogliono molta diplomazia minuta e molto buon senso, soprattutto da parte della saggia Precious Ramotswe, per riuscire a non incrinare il solidale e collaudato rapporto fra le due donne, sul cui tavolo arrivano poi altri piccoli inceppamenti di esistenze per altri personaggi di questa nuova avventura della "Ladies' Detective Agency N.1". Come sempre, si bevono moltissime tazze di tè (l'ottimo Rooibos sudafricano di color rosso): spesso una tazza di tè risolve complicazioni psicologiche ed emotive più di qualunque specialista o esperto. Al lettore che voglia cominciare l'avventura di un viaggio divertente e intelligente partendo dall'inizio, non resta che di accomodarsi. Avrà piacere di qualità felicemente assicurato per alcuni mesi.