Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

19marzo
2021

Nathan Englander

Einaudi

Se amate le storie molto ebraiche, con molta fede ortodossa, molte ritualità ossessive ma anche molta irrisione mordace, fra incupita serietà e comica leggerezza, allora potete metter mano a questo romanzo di uno scrittore ebreo cinquantenne, pendolare nella sua vita fra Stati Uniti e Israele. Bisogna aver gusto per il genere, ecco. Detto questo, apriamo appena un poco il sipario sulla scena di questo romanzo uscito due anni fa negli Stai Uniti e tradotto ora da Einaudi. Larry è un giovane ebreo che vive a Brooklyn e si è smarcato in modo un po' libertario e un po' indifferente dalle varie costrizioni di fede e di riti della propria religione. Però quando il suo amato padre (che invece è ebreo osservante tutto d'un pezzo) muore, egli deve correre a Memphis, dove la religiosissima sorella, con marito e figli e amici e rabbini vari, ha convocato il fratello ribelle perché egli osservi con loro i sette giorni rituali di lutto stretto. Lui controvoglia partecipa con insofferenza e piccoli gesti ribelli a quella che gli sembra una recita di usanze remote. Però poi la sorella e i rabbini non demordono: lui, in quanto figlio maschio, dovrà, una volta tornato a Brooklyn, recitare il "Kaddish del lutto", ogni giorno per undici mesi, alla presenza di almeno dieci ebrei maschi, così da poter assicurare al padre spirato una pacifica collocazione nell'aldilà. Larry promette che cercherà di farlo ma si capisce subito che non avrà la costanza di farlo e la sorella e compagnia gli fanno una testa così. Lui sarà anche spregiudicato e agnostico ma un minimo barlume di coscienza se lo conserva e capisce che per rispetto di chi crede e della stessa figura del padre deve pur fare qualcosa. E su suggerimento altrui scopre una cosa curiosa: esiste un sito (kaddish.com) che rimanda a solerti giovani studiosi ortodossi ebraici. I quali a Gerusalemme, su ordinazione e dietro compenso finanziario, assicurano ogni giorno per undici mesi la regolare recita del kaddish. Larry respira, clicca, contatta, paga e affida il compito pio a un giovane studioso ortodosso di Gerusalemme che si chiama Chemi; e si mette il cuore in pace per la pace della sorella viva e di quella del padre morto. Poi però succede che passano alcuni anni e Larry, per inquietudini sue, torna alla sua antica fede e ridiventa ebreo osservante ed ortodosso e dunque gli rode dentro il senso di colpa per aver comperato un servizio religioso da delegare a terzi e aver così ceduto a un'altra persona il dovere-diritto di pregare per l'anima di suo padre. Del giovane Chemi egli conosce solo il nome, assieme all'indirizzo mail del sito. Larry vuole ricontattare l'orante a distanza per "farsi ridare indietro" la delega e rifare lui stesso l'esercizio religioso del kaddish, mettendosi in regola come ebreo e come figlio. Senonché risulta difficilissimo risalire al giovane studente che aveva pregato parecchi anni prima su incarico, e anche il sito kaddish.com appare un po' fumoso e vago. Comincia insomma un travaglio doloroso e comico, ossessivo e grottesco del Larry ravveduto alla ricerca di chi gli deve restituire la delega religiosa e morale. La vicenda è tutta da scoprire, seguendo l'affannoso cammino di Larry fra Brooklyn e Gerusalemme. Ci si diverte come leggendo un giallo e al tempo stesso si capisce, al di là della sdrammatizzazione comica, quanto possa essere profondamente radicata nel cuore di un ebreo molto osservante la responsabilità, rituale e di sostanza, della propria fede. Nathan Englander non prende posizione. Racconta, e basta. E lo fa molto bene.