Simone De Beauvoir
Ponte alle Grazie
I libri postumi degli scrittori importanti hanno il fascino della rivelazione nuova e il rischio del dubbio. È sempre bello tornare a leggere scrittori che amiamo. Ma sorgono anche domande. Perché dei libri escono postumi? Se gli autori fossero vivi, li pubblicherebbero? Chi ha apprezzato e apprezza la forza letteraria di Simone De Beauvoir - e il suo grande impegno civile - ha in ogni caso voglia di correre a leggere "Le inseparabili", appena uscito in Francia con gran clamore e subito tradotto anche in italiano. De Beauvoir, nata nel 1908 e morta nel 1986 (autrice di memorabili romanzi e di saggi, fra cui il fondamentale libro "Le deuxième sexe", vera inaugurazione della sensibilità femminista) aveva quel libro da anni nel cassetto. E se non l'aveva pubblicato era per due motivi: il primo è che si trattava di un contenuto fortemente autobiografico e forse lei nutriva qualche riserbo di privatezza. Ma il secondo e più decisivo motivo è che Jean Paul Sartre, compagno di una vita della De Beauvoir, l'aveva dissuasa (lo si è saputo) dal pubblicare quel libro, confermando anche in questo un suo autoritarismo intellettuale. Adesso gli eredi della scrittrice hanno ritrovato il testo del romanzo e hanno deciso di pubblicarlo e la scelta appare giusta, anche leggendo la ricca e documentata postfazione. "Le inseparabili" possiede una sua completezza, una sua freschezza narrativa, un suo profondo senso di "verità" nel narrare l'esperienza infantile e adolescenziale di Simone in un rapporto di amicizia totalizzante e assoluta con una sua compagna di scuola. Si capisce che si tratta di una di quelle affezioni sentimentali che possono capitare fra ragazzi dello stesso sesso nella fase puberale della vita (e ai quali succede, come capita anche a Simone e alla sua amica, di accorgersi poi anche del richiamo dell'altro sesso). Nel romanzo Simone De Beauvoir diventa Sylvie e la sua amica Elisabeth Lacoin, detta Zizi, diventa Andrée. La storia ha naturalmente le sue invenzioni narrative ma si è saputo che essa viaggia sulla traccia vera della reale amicizia fra la scrittrice e la sua compagna, al punto che nel libro al testo narrativo si aggiungono lettere e fotografie autentiche che testimoniano la sostanza di quella amicizia sbocciata davvero (una amicizia amorosa un po' asimmetrica, nel senso che si capisce che Sylvie è quella che vive l'attrazione in modo assoluto diventandone totalmente pervasa, rispetto alla più distaccata e per certi versi inafferrabile Andrée). La storia personale, intima, di questa amicizia si iscrive sullo sfondo sociale e morale di un ambiente singolare: la famiglia di Andrée è cattolicissima e ultraconservatrice, provvista di tutti i crismi di un moralismo puntuto e di una consapevolezza della propria aristocrazia socio-culturale di privilegio (siamo negli anni '20). Sylvie vive in una famiglia anch'essa tradizionale ma meno assillante. La pressione della famiglia di Andrée non riesce a scalfire l'amicizia fra le due ragazze, che si ritagliano spazi propri. La mano forte della famiglia non risparmia invece la vita personale di Andrée, che si sente addosso le mire di due genitori tutti tesi a far sposare le loro figliole a giovanotti dotati di un ottimo patrimonio finanziario, morale e politico. Sylvie (Simone) saprà difendersi meglio e prenderà coscienza della propria libertà di ragazza, di donna e di persona. La prosa della De Beauvoir conferma la forza di scrittura di una delle grandi autrici del "˜900. Al di là della storia personale delle due ragazze e dell'affondo nel tessuto moralistico e conservatore in cui essa si svolge, De Beauvour ci restituisce con vivezza asciutta ambienti e atmosfere. Basti qui un solo esempio, riferito alla inconfondibile atmosfera della vetusta e signorile casa di campagna della ricca famiglia di Andrée, dove Sylvie viene invitata in vacanza. In pochissimi tocchi (solo odori e suoni) c'è un quadro completo per gli occhi e la mente del lettore: "Seguii Andrée attraverso un vestibolo che profumava di crème-caramel, di cera fresca e di vecchio granaio; le tortore tubavano, qualcuno stava suonando il pianoforte." In due righe c'è tutta una casa, ci sono un tempo, una storia.
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