Marco Balzano (Dove nascono e cosa raccontano)
Einaudi
Sostengo da tempo che quella di Marco Balzano, 41 anni, milanese, è una delle più notevoli voci narrative dentro l'affollata selva editoriale dei "nuovi scrittori". Nel nostro sito trovate le recensioni dei suoi quattro romanzi. Balzano si è ora appena concesso una diversione, pubblicando da Einaudi un "saggio": "Le parole sono importanti", che possiede il flusso e la seduzione della narrativa. "Le parole sono importanti", dunque, con il sottotitolo "Dove nascono e cosa raccontano". L'autore, che ha studiato letteratura italiana e insegna in un liceo, non dimentica dunque la sua vena educativa. Dopo una introduzione - chiara e importante - in cui motiva la sua passione per l'etimologia delle parole ( e la sua importanza per tutti noi) ci presenta una esemplificazione ammiccante: ha scelto dieci parole e ce ne racconta la storia formativa per abbracciarne fino in fondo il significato. Con incursioni preziose nel campo del giudizio, anche culturale, sociale, morale. Ecco le dieci parole ( e già la scelta dice molto):"Divertente, Confine, Felicità, Social, Memoria, Scuola, Contento, Fiducia, Parola, Resistenza". Questo "gioco" delle dieci parole suggerisce a tutti la possibilità di un esercizio continuativo per imparare a conoscere sempre di più l'origine, la stoffa delle parole: Balzano ci dice, in modo godibile ma anche rigoroso, quanto sia importante conoscere l'etimologia della parole e dunque la loro "archeologia", il loro significato originario. Se conosci bene le parole, esse mantengono tutta la pregnanza e la forza che esse possiedono. Se le conosci, le parole, le rispetti. E vai di più all'osso della realtà e poi delle idee, delle passioni, delle speranze. Di tutto. E per tutto c'è una parola. Se vogliamo fare un esempio solo, fra quelli presentati da Balzano, possiamo sin dall'introduzione ricordare che "economia", parola che oggi suggerisce in prima battuta calcoli, grafici e alte questioni finanziarie, nella sua etimologia vuole dire " le regole che servono per mandare avanti la casa": da "òikos", in greco "casa", e "nomos", "norma, legge". Aggiunge Balzano: "Se sappiamo questo è probabile che ci compaiano nostra madre e nostro padre, che ci tornino in mente i discorsi su come amministrare le risorse disponibili e su come distribuirle ai vari componenti della famiglia. La parola ha preso vita e a questo punto dobbiamo rispettarla per ciò che comunica". Prendiamo poi "felicità", una delle più belle parole al mondo, perché il desiderio profondo del cuore umano è proprio quello della felicità (non ingannevole, ma vera). Ebbene, riassumendo, la parola "felicità" deriva da un concetto di fertilità, fecondità, nutrimento. La radice d'avvio è addirittura "fela", "mammella", da cui il verbo "felo", che significa "succhiare". La felicità in origine è dunque associata a un "generare" vitale, a un nutrimento; e soprattutto a un rapporto con qualcuno, con l'altro. La felicità non è solitudine. Il raffinato esercizio di curiosità per la verità delle parole al quale ci invita Balzano è una esortazione a cercare di prenderle sul serio.
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Carlo Cassola
Mondadori