Arno Camenisch
Keller
Paul e Georg sono due amici e colleghi romanci, di radice contadina. Il loro villaggio è dalle parti di Disentis, si occupano di un piccolo sci lift locale. Se ne stanno tutto il giorno nella baracca di legno alla partenza dell'impianto di risalita. Aspettano che nevichi. Gli inverni, in questi tempi di surriscaldamento climatico, sono sempre più avari di neve, si sa. E così, mancando la materia prima, Paul e Georg intanto che aspettano controllano che tutto funzioni, provano a mettere in moto l'impianto, aggiustano piccole cose, lubrificano gli ingranaggi e di tanto in tanto, fra una sigaretta e l'altra, sorseggiano della buona grappa. Ma soprattutto chiacchierano: cosa altro resta da fare se si sta per delle ore dentro il tepore della baracca ad aspettare i fiocchi e gli sciatori? E così ne nasce una narrazione colloquiale, familiare, divertente, allegra e malinconica in alternanza. Questa storia breve, molto orale e ben ritmata, l'ha scritta Arno Camenisch, 41 anni, svizzero romancio, diplomatosi all'istituto letterario svizzero di Bienne, città dove oggi vive e lavora come scrittore. Autore di romanzi e racconti, viaggia molto per presentare i suoi libri e tenere dei "reading" con molto successo e molto carisma. Il suo villaggio natale di Tavanasa, frazione di Briegles, nei pressi di Disentis e della sua celebre abbazia benedettina alpina, è lo sfondo, non detto chiaramente (come invece in altri suoi libri: per esempio "Alla stazione" racconta le chiacchiere , i pettegolezzi, i piccoli segreti e le manie degli avventori del caffè che sta accanto alla stazioncina di legno di Tavanasa). Si percepisce che la storia di "Ultima neve" nasce proprio lì, in quella regione di vasti prati in pendio e grappoli di case punteggiate da campanili sullo sfondo maestoso delle alpi. Il racconto di questa attesa di neve (un po' ce n'è, si intuisce che qualche sciata viene forse fatta ma insomma la sostanza della storia è che la neve si fa aspettare) assume toni divertiti e qualche volta grotteschi o misteriosi, parafrasando la celebre attesa di Godot del teatro di Samuel Beckett (e Camenisch non si perde la citazione allegra). Le chiacchiere di Paul e Georg, di pura oralità scaturita dai ritmi della lingua romancia (poi Camenisch scrive i suoi libri nelle due lingue parlate fra la sua gente: il romancio nativo e il tedesco acquisito) servono a rivangare piccole storie di paese, gustosi aneddoti e pettegolezzi, dai quali non è disgiunta una malinconia sottile per quella che appare la fine di un'epoca: la cultura contadina sta svaporando, lo spopolamento dei villaggi di montagna è sotto gli occhi di tutti, e nemmeno le stagioni non sono più quelle di una volta"… Un piccolo romanzo, una narrazione di intrattenimento ben scritta, con affondi esistenziali mai banali. Divertente. Altri romanzi di Camnisch: "Ultima sera", "Alla stazione" (Keller) e "Sez Nair", Casagrande.
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