Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

12maggio
2017

Martin Suter

Sellerio

"Com'è piccolo il mondo!", esclama cordialmente Konrad Lang, assediato dalle prime avvisaglie dell'Alzheimer, quando qualcuno gli sorride riconoscendolo ma lui non riesce a ricordare di chi diavolo si tratti e dunque, con quella battuta del tipo "toh, chi si rivede", resta sul vago e salva l'apparenza. Questo romanzo dello scrittore svizzero vivente più venduto nel mondo apparve in tedesco nel 1997 e due anni dopo in italiano, da Feltrinelli. Poi sempre Feltrinelli pubblicò negli anni successivi due altri ottimi titoli di Suter ("Un amico perfetto" e "Lila, Lila"). Un anno fa ecco il passaggio di Suter alla raffinata casa editrice Sellerio, che ha tradotto i successivi romanzi dello scrittore svizzero (fra cui "L'ultimo dei Weynfeldt" , bello, e il divertente ciclo sull'investigatore von Allmen) e ha ripreso anche gli altri, ristampando anche il romanzo d'esordio, "Com'è piccolo il mondo!", che rese celebre Martin Suter e lo rivelò anche ai lettori di lingua italiana. Forse quel primo romanzo ha qualche inceppo di intreccio e qualche trascuratezza narrativa rispetto a quelli successivi, divenuti più raffinati nei meccanismi di scrittura. Ma è bello, piacevole, commovente e anche divertente. Basterebbe, per invitarvi a leggerlo, il fatto che la malattia inquietante dell'Alzheimer (il nuovo incubo del nostro tempo) viene narrata da Suter con una delicatezza, con una tenerezza compassionevole e addirittura con un filo di humor che sorprendono e che allargano il cuore del lettore. E si imparano tutte le avvisaglie del primo apparire del male e poi il suo sviluppo e tutte le possibili cure per arginare una malattia che rimane sin qui non guaribile. Il povero Konrad Lang, quando si accorge di avere dei vuoti di memoria e dopo essersi smarrito un paio di volte nella sua Zurigo, si mette nel borsellino e nelle tasche dei biglietti, delle cartine con i percorsi per rientrare a casa. Fa tenerezza, appunto. Poi un giorno la sua amica trova nel frigo il portafoglio di Konrad e le cose cominciano a complicarsi. Naturalmente c'è anche un intreccio serrato e avvincente (Martin Suter, a modo suo, è un giallista in tutti i suoi romanzi). Konrad Lang, che ha appena passato la sessantina quando sente arrivare i primi segni di malattia, per tutta la vita è stato in qualche modo succube di una ricchissima famiglia di industriali della Zurigo bene (villa e parco in collina) . Ancora oggi la capostipite Elvira Koch (una ottantenne severa e ben levigata da chirurgie plastiche e da creme costose) e il suo figliastro ed erede Thomas Koch trattano Konrad, figlio di una domestica, cresciuto però di fatto con la famiglia Koch, come un dipendente o come un poveretto (ha l'abitudine di alzare il gomito) da commiserare con sdegnosa carità. Ma le cose, sorprendentemente, prendono una piega nuova. E se è vero che l'Alzheimer non lo si può ancora vincere, è vero però che con l'Alzheimer si può vincere la battaglia di qualche buona causa. La lettura è piacevole, Martin Suter è scrittore sensibile e abile.