Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

04luglio
2012

Giorgio Bassani

Feltrinelli

Ha compiuto 50 anni "Il giardino dei Finzi-Contini", uno dei più importanti e bei romanzi del "˜900. Ed esce ora da Feltrinelli una nuova edizione del "Romanzo di Ferrara" che lo contiene, assieme agli altri romanzi e racconti lunghi che Giorgio Bassani aveva raggruppato sotto quel titolo. Vi ritroviamo opere dense, intessute con il filo di una prosa complessa, sinfonica, spesso tormentata nel consegnarci i trasalimenti, i gorghi dell'animo e le ferite interiori indotte dai minimi drammi privati oppure dal soffio tragico della storia. Leggete o rileggete "Il giardino dei Finzi Contini", che qui voglio ricordarvi: poi vi verrà il desiderio di esplorare le altre prose. Del "Giardino" non temete l'avvio denso e persino respingente, con le prime pagine lente, quasi pedanti nella descrizione della monumentale e negletta tomba dei Finzi-Contini nel cimitero ebraico di Ferrara. Arriverete presto alla prima scampagnata in bicicletta del ragazzo "io narrante" che si imbatte in fondo ai prati verso i bastioni della città nell'alto muro di cinta dell'esclusivo giardino della villa dei Finzi-Contini e nella bionda, strana figlia dei padroni di casa, Micòl, ragazzetta di carattere complesso, enigmatica, seduttiva. E vi lascerete avvolgere dalla scrittura puntigliosa, musicale, minuziosamente ironica o descrittiva di Bassani, dalla storia del ragazzo che diventa giovane adulto e di Micòl che a sua volta diventa donna. Ci sono due fondali. Il primo è l'avvento del fascismo e il lento, ipocrita, vellutato ostracismo sempre più prepotente nei confronti delle importanti famiglie ebraiche di Ferrara. Con altero orgoglio i Finzi- Contini (i più aristocratici, gelosi e quasi inafferrabili fra gli ebrei ferraresi) fingono che nulla accada. Se i loro ragazzi vengono espulsi dal club tennistico della città, ecco che i Finzi- Contini aprono agli altri emarginati il loro campo da tennis posto nell'immenso parco della villa. E allora il secondo sfondo è proprio quello concentrico di quel mondo misterioso e lussureggiante, esclusivo e separato, fatto di allegre partite di tennis, bibite fresche, vecchi servitori fedeli, febbrili discussioni giovanili. In quella bolla sospesa si muove la nervatura dell'amore del protagonista per Micòl, la cui figura emerge con vivezza e diventa forse il personaggio femminile più complesso e riuscito di tutta la letteratura italiana del "˜900. Quell'amore entra intimamente in simbiosi con l'ombreggiato, rigoglioso e misterioso giardino immenso, simbolo e sostanza di una passione spesa fra le trame del cuore e il tempo reale ed effimero, breve e intenso che precede il divampare della tragedia bellica. Per l'Io narrante la vita continuerà (maturata, segnata dal rintocco della memoria) oltre il giardino bellissimo e imprigionante, fuori dalla tragedia del nazifascismo che disperderà l'inconfondibile stile "finzicontinico" con un ultimo lampo breve degli adorati capelli biondi di Micòl.