Circolo dei Libri

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31maggio
2012

Elena Ferrante

e/o (Narrativa straniera)

Di Elena Ferrante non si sa nulla. Anche il nome non è vero, è uno pseudonimo. Anzi, non sappiamo nemmeno se la scrittrice sia davvero una donna oppure dietro quel nome femminile si celi un autore maschio. Nessuno l'ha mai vista, il suo editore non si sbottona, lei (o lui) quando ha vinto un premio non è andata° a ritirarlo. Ha rilasciato un'intervista (scritta) a Goffredo Fofi e subito in parecchi hanno detto : "Allora Elena Ferrante è Goffredo Fofi!". Ma lui ha smentito, come hanno sempre smentito quelle e quelli che periodicamente vengono indicati quali possibili titolari dell'identità nascosta. Naturalmente il pepe del mistero ha speziato l'aura che circonda Elena Ferrante e i suoi romanzi: in tempi in cui si sa tutto di tutti e anche gli intellettuali si spogliano (in senso lato) su Facebook e su Twitter, ecco qualcuno che ha scelto l'inesistenza privata. Ma ora conviene parlare del romanzo "L'amica geniale". Che è leggibilissimo e godibile, costruito in un crescendo narrativo che asseconda la storia dell'iniziazione alla vita (infanzia e adolescenza) di due bambine amiche nate (siamo nel primo dopoguerra) nella Napoli suburbana dei quartieri popolari e poveri. Elena, la narratrice, è una bimba brava a scuola, normale (anche monella e sgridata) come tutte le ragazzine. Lila, l'amica, è più speciale: intelligentissima, dotatissima, strana, autoritaria, coraggiosa, spesso persino un po' cinica. Nasce un'amicizia fatta di affetto e invidia, attrazione e diffidenza, comunque fortissima. Le due ragazzine crescono, conoscono le trame dei sentimenti e i ragazzi sciuscià un po' bulli e anche maneschi. Quando scoprono le strade illuminate del centrocittà vedono le loro coetanee eleganti issate sui tacchi a spillo e fiancheggiate dai giovanotti e ne provano gelosia. La vita per loro è agra ma anche piena di scoperte, desideri, incontri. Elena e Lila hanno addosso una bella vitalità e il mondo della scuola può essere per loro la via del riscatto sociale. Il romanzo termina senza terminare, nel senso che si capisce bene come ci sia ancora tanto da dire e scoprire. E puntualmente il risvolto di copertina annuncia che presto arriverà il seguito.

Aggiunta del 2016: Sono puntualmente seguiti, nell'ordine, "Storia del nuovo cognome", Storia di chi fugge e chi resta", "Storia della bambina perduta" (non tutti, a dire il vero, con la tensione narrativa del primo romanzo). Non sappiamo nulla di Elena Ferrante ma almeno due cose le sappiamo: sa scrivere bene, molto bene, sa acciuffare il lettore come si deve ed è anche furba (o furbo).