Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

14luglio
2017

Teresa Ciabatti

Mondadori

Data per favorita e classificatasi al secondo posto al premio Strega 2017 dietro a Paolo Cognetti (i due hanno surclassato gli altri scrittori della cinquina) Teresa Ciabatti sorprende e intriga con il suo romanzo "La più amata" (Mondadori). Si può restare un po' sconcertati, di fronte alla spregiudicata rivelazione dei privatissimi segreti di famiglia dell'autrice, ma si è anche conquistati dalla sua scrittura nervosa, chiara, quasi complice con il lettore. Fa i conti con la propria infanzia vera, e lo fa in modo spregiudicato e urticante, Teresa Ciabatti, scrittrice irriverente e originale, che aveva tentato diverse vie narrative prima di lasciarsi andare in libertà al racconto autobiografico della sua convulsa infanzia, della sua incerta giovinezza e della sua voglia, a quarant'anni suonati, di fare chiarezza. Il suo libro è sconcertante e avvincente al tempo stesso. La scrittrice non ha nessun pudore nell'evocare, con una voglia di sapere ma anche con risentimento, le figure vere della sua famiglia che fu: la madre e soprattutto il padre, celebre medico chirurgo e padre-padrone nell'ospedale di Orbetello, in Maremma, amato, stimato e omaggiato dalla comunità, più egoista e forse cinico e millantatore nel cerchio familiare. Teresa vuole sapere chi fosse davvero suo padre per sapere chi sia lei, oggi, a quarant'anni superati. E non fa sconti, non ha ritegno svelando scene, segreti, fragilità, vezzi patetici e manie di grandezza (anche proprie) della sua ricca famiglia andata un po' in pezzetti. Poi la verità, si sa, quando viene resuscitata dalla memoria si presenta con i contorni ambigui dell'indefinitezza. Sarà proprio stato cosi, oppure all'incirca cosi, o pochissimo così? Importante è scavare. Opera aspra, corrosiva, il romanzo è scritto con grande forza fluente e con un grande impeto stilistico (colloquiale, monologante, vivace). E' la scoperta di una felice scrittura e di una trama quasi imbarazzante, come se l'autrice avesse voluto farci guardare dal buco della serratura nelle stanze disordinate della sua infanzia e giovinezza vere.