Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

24luglio
2012

Leslie P. Hartley

Nutrimenti

Il titolo originale inglese di questo romanzo del 1953 è "The Go-Between". In italiano era stato tradotto con "L'età incerta" ma poi nel 1970 il regista Joseph Losey me trasse un celebre film, che vinse la Palma d'oro al festival di Cannes e si intitolava "Messaggero d'amore". E questo ormai è il nuovo titolo usato dalle edizioni Nutrimenti, che ne hanno appena pubblicato una tradizione italiana. Il film è memorabile, interpretato da Julie Christie (in copertina del volume c'è, non segnalata, una bella immagine di lei nel film) e Alan Bates. Il romanzo è intrigante, con un intreccio industrioso, complesso e infine drammatico. L'invenzione è superiore allo svolgimento narrativo, che ha momenti intensi ma anche perdite di ritmo. L'autore, L.P. Hartley ( 1895-1972) rimane noto quasi soltanto per questo suo romanzo, che ebbe allora grande successo. Centrale e coinvolgente è il punto di vista del ragazzino tredicenne che viene ospitato per una vacanza nella sontuosa dimora di campagna di un suo compagno di collegio. Nel corso di un luglio caldissimo, Leo si invaghisce (con il trasporto tutto emotivo e platonico della sua età) della sorella maggiore del suo amico. Per compiacerla accetta di fare da messaggero per lei, che gli consegna misteriose lettere, ricambiate, per un giovane padrone di fattoria che sta qualche miglio lontano dalla vila. E Leo diventa quindi complice di uno scambio che egli non riesce a capire bene. Quel suo correre ingenuo, trafelato, intenerito, con l'animo in subbuglio per piccole estasi e alternanti scoramenti, caratterizza una stagione dell'anno di un gruppo di famiglia in campagna(ritratto sociale e di costume) e soprattutto di una stagione intensa della vita di un uomo, tra infanzia e giovinezza. L'io narrante si ritrova, cinquant'anni dopo (complice la scoperta del suo vecchio diario) a ripensare a quell'estate del 1900 e ai fatti forti, dolci e gravi che accaddero. La sua è una ricognizione da uomo quasi vecchio dentro il paesaggio tremulo ma indelebile dell'infanzia. Da qui la frase più celebre del romanzo, che è il suo incipit: "Il passato è una terra straniera; fanno le cose diverse laggiù". Il "passato è una terra straniera" è diventato un elegante modo di dire, al punto d'aver ispirato Gianrico Carofiglio, il quale ha titolato così, pochi anni fa, un suo romanzo.

Bella e sensibile la storia (un tocco di lady Chattlerly, qualche morbosità adolescenziale alla Thomas Mann"…) discontinuo il ritmo, con cadute di tensione.