Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

05ottobre
2012

Stefania Bertola

Sellerio

Stefania Bertola in passato ci aveva divertiti e deliziati con alcuni romanzi belli e freschi: " Luna di Luxor" (Longanesi) "Se mi lasci fa male"(Sperling & Kupfer), "Ne parliamo a cena" (Salani, Tea), "Aspirapolvere di stelle" (Salani, Tea), "Biscotti e sospetti" (Salani,Tea), "A neve ferma" (Salani, Tea), "La soavissima discordia dell'amore" (Salani, forse il meno riuscito in freschezza e grazia). Non ho letto "Il primo miracolo di George Harrison" (Einaudi). Ora è uscito "Romanzo rosa" (Einaudi). Si tratta di un sapiente intreccio narrativo che riesce a prendere in giro il genere (peraltro richiestissimo) dei romanzi di Harmony (che la Bertola chiama Melody per non offendere nessuno) e al tempo stesso a dare una prova di abilissima capacità proprio nel creare una trama da Harmony, mantenendo sia l'approccio satirico che denuncia i limiti del genere, sia però anche quel non so che di fascino che nonostante tutto emana da quelle storielle d'amori burrascosi a lieto fine. "Romanzo rosa" è un libro umoristico. Fa la caricatura di un genere e al tempo stesso lo mette in scena, tratteggia personaggi e caratteri con uno sguardo divertito, porta il lettore dentro un gioco che diventa anche affondo satirico. Il contesto è presto detto: un gruppetto di aspiranti autori e autrici di un romanzo Melody partecipa a un corso di otto giorni tenuto da una severissima specialista di quel genere, che distribuisce dispense e consigli e controlla arcigna ogni giorno l'evoluzione delle storie che i suoi allievi stanno creando faticosamente. La narratrice in prima persona, la nubile sessantenne Olimpia, che vive con due gatti e tanta voglia di scrivere, ci presenta poi, via via, la sua personale narrazione, naturalmente situata in Scozia, con bell'uomo ricchissimo e una pasticciera povera e carina; e immaginate il resto. La satira è soavemente crudele, il tono lieve e divertito, Stefania Bertola è riuscita nel miracolo di prendere in giro un genere ma di farci percepire (facendoci sentire persino colpevoli) le sue facili attrattività da cioccolatini in carta argentata. Leggendo questo libro ho più volte riso, a voce alta. Non mi capita spesso.