Circolo dei Libri

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08febbraio
2019

J.M.Coetzee

Einaudi

Vale la pena di rinverdire ogni tanto opere e scrittori contemporanei, che già sono a modo loro dei classici, per resistere all'affollamento indistinto dell'attualità letteraria. Così è per esempio per "Slow Man" ( e altri romanzi) del premio Nobel 2003, J.M. Coetzee (così si firma). John Maxwell Coetzee ha 79 anni, è un sudafricano bianco, vive da alcuni anni in Australia. Anche Coetzee - e veniamo al romanzo, che è del 2005 - sembra toccato, giunto all'ultimo tratto di vita, dalla inquieta sensibilità per l'infragilirsi senile dell'esistenza, sperimentato nel fisico e nel profondo dell'animo. Lo ha fatto in più di un romanzo Philip Roth, lo hanno fatto di recente Richard Ford e Abraham Yehoshua. "Slow Man" ci parla di Paul Rayment, un sessantenne divorziato e single, rinomato fotografo ormai in pensione. Un giorno, mentre viaggia tranquillo con la sua bicicletta, Rayment viene investito da un'automobile. Rimane ferito seriamente, se la cava ma devono amputargli una gamba. La sua vita è improvvisamente mutata da questa menomazione, che è del corpo e dell'anima: "In una prospettiva più ampia", riflette amaramente Paul Rayment, "perdere una gamba significa solo fare le prove prima di perdere tutto". Paul non sa accettare questa amputazione, rifiuta di farsi applicare una protesi, cammina a stento con le stampelle, si chiude in sé stesso; anzi, avverte di essere "intrappolato nel sé stesso di prima, solo più grigio e più cupo". Comincia la sfilata di infermieri e badanti da cui si deve fare accudire e dei quali lui non è mai contento. Rayment, fragilmente appoggiato sull'unica gamba,contempla la sua impotente solitudine e il fallimento per non aver saputo generare almeno un figlio, una eredità vitale da lasciare al mondo. Finché un giorno arriva da lui, come badante a tempo parziale, Mirjiana, una forte, piacente donna croata, sposata a un suo connazionale e madre di famiglia. Lei lo cura con burbero affetto e lui se ne sente attratto, fino a innamorarsene. Si affeziona anchea Drago, il figlio adolescente di lei, sul quale riversa tutta la sua possessiva attenzione di padre mancato. Il marito di Mirijana, però, maschio pragmatico di ruvide certezze, si ingelosisce e vede male quello strano connubio fra la moglie , il figlio e il vecchio con una gamba sola. A un certo punto della narrazione entra in scena Elizabeth Costello, la scrittrice settantenne inventata da J.M. Coetzee in un altro romanzo, la quale appare e scompare nella storia per criticare o esortare Paul, per indurlo a guardarsi dentro e a smetterla con il suo piagnisteo di invalido che si sente vecchio. Lei è in qualche modo la coscienza di Paul e combatte contro le sue stesse paturnie. Elizabeth Costello, fantomatico personaggio non reale nell'immaginata storia del romanzo, va presa dal lettore senza troppe domande: fa parte di un gioco meta-narrativo fra lo scrittore e la realtà della trama. Per il resto, primeggia alla grande la forza di scrittura di Coetzee, con i suoi affondi acuti e lucidi sulla vita, sui rapporti affettivi tra le persone.