Circolo dei Libri

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14marzo
2009

Raffaele Crovi

Ed. Oscar Mondadori (Narrativa straniera)

"Una vita eccezionale si nutre di vanità: e il narcisismo produce infelicità. Una vita normale facilita l'educazione sociale e la serenità. C'è chi dice che la felicità sia banale; io credo, invece, che la felicità, come la scienza, sia un'avventura, ma deve vivere con discrezione: un'avventura soprattutto interiore". Comincia così con questo avvio programmatico di saggezza, il racconto fluviale e avvolgente della vita di Raffaele Crovi, figlio di venditori ambulanti emiliani, cresciuto nella vita contadina di un paese dell'Appennino reggiano, emigrato poi a Milano, diventato fervido collaboratore editoriale, poi protagonista della vita editoriale e letteraria italiana. Braccio destro a lungo di Elio Vittorini, poi dirigente della Einaudi, della Mondadori e d'altre case e infine fondatore di una propria azienda, la Camunia, Raffaele Crovi (nato nel 1934, morto due anni fa) fu anche fervido narratore e autore di molti romanzi e racconti. La Mondadori, in una edizione particolare, compatta e graficamente bella dei suoi Oscar, raccoglie quattro romanzi e cinque racconti. Il primo, ("Le parole del padre"), è la vera e propria autobiografia e vi si raccontano le iniziazioni alla vita del ragazzetto e poi del giovanott i prati, i boschi, i nonni, madre e padre, il fascismo, la guerra partigiana percepita, i tedeschi, la liberazione, i primi amori, le letture, la acerba ma insopprimibile vocazione alla scrittura, lo sbarco a Milano, la gavetta editoriale, l'amore vero. Intenso il rapporto con il padre forte, volitivo e immaginoso, colpito a quarantacinque anni da un cancro alla laringe: persa la voce, affiderà alla matita, ai gesti, a versi gutturali la sua espressività ma soprattutto vivrà intensamente per assecondare la pienezza degli altri. E il figlio parlerà e scriverà anche per lui e racconterà appunto un pezzo rivelatore d'Italia vera, contadina e culturale, popolare e intellettuale. "La valle dei Cavalieri" è un vero romanzo, sempre nutrito dalla terra d'Appennin qui si snoda la storia di una vita raccontata da un vecchio che ha fatto, dato, sofferto, peccato molto e che ricorda ("Mi sono dett sì, si muore solo quando non si ha più la voglia di ricordare. Dunque, riclassifico cibi e persone, feste e funerali, lavori e storie d'amore, abitudini e gesti, per sentirmi addosso il calore della vita"). E ancora: "Quanto alla paura della solitudine, non si vive e si scrive per vincerla?". Anche gli altri lunghi racconti narrano di storie umane dentro l'abbraccio delle colline emiliane e seguendo, anche, il filo teso di una fede cattolica sempre presente anche se spesso tormentata, inquieta, riverificata. Crovi fu intellettuale cattolico, un po' spiazzato rispetto all'egemonia culturale di sinistra di allora e tuttavia stimato a largo raggio e culturalmente ecumenico. Un libro, questa bella raccolta di prose, che sa di pane e vita. E di speranza, nonostante tutto.