Todorov: letteratura in pericolo?
2021
"Ormai si scava un solco profondo tra letteratura di massa - produzione popolare a stretto contatto con la vita quotidiana dei suoi lettori - e letteratura d'élite, letta dagli esperti - critici, insegnanti, scrittori - che mostrano interesse solo per i virtuosismi dei suoi creatori. Da un lato il successo commerciale, dall'altro le autentiche qualità artistiche. Tutto avviene come se l'incompatibilità tra loro fosse naturale, tanto che l'accoglienza favorevole riservata a un libro da un gran numero di lettori diventa il segno del suo fallimento sul piano artistico e causa il disprezzo o il silenzio della critica... Se si ammette che un'opera parli del mondo, si pretenderà in ogni caso che elimini "i buoni sentimenti' e ci riveli l'orrore irrimediabile della vita, senza il quale rischia di apparire 'insopportabilmente sempliciotta' o, peggio ancora, di avvicinarsi alla letteratura 'popolare', la cui reputazione dipende più dal giudizio dei lettori che da quello dei critici". Da "La letteratura in pericolo", Garzanti, di Tzvetan Todorov.
Todorov (nella foto) nato nel 1939, scomparso 4 anni fa, nel 2017, intellettuale bulgaro e poi francese, grande e lucido protagonista, spesso provocatorio, della vita culturale europea, nel suo saggio frusta l'ingabbiamento iper-accademico e ipercritico e intellettualistico in cui una certa casta tiene imprigionato il piacere della lettura. Possiamo essere abbastanza d'accordo con lui: la separazione in due emisferi ben distinti (letteratura alta, colta, per stile, struttura e missione, e letteratura bassa, popolare, di intrattenimento) è una trappola intellettualistica. Naturalmente ognuno sa bene la differenza fra il feuilleton semplicistico e arruffato e il grande romanzo. Ma esiste un malinteso terrible circa la presunta superiorità dei libri sofferti, cattivi, complessi, magari con compito ideologico da una parte, e quelli felicemente narrativi, persino piacevoli, appassionanti. Dopo tutto Jane Austen, Dickens, Balzac, Tolstoj e Cecov furono scrittori popolari, alcuni addirittura seriali. Alla fine esistono solo i buoni libri e i cattivi libri, non importa di che genere.
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