Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

24marzo
2014

Comincia qui un viaggio (che continuerà di tanto in tanto) su personaggi importanti e cari a chi li ha conosciuti dentro i romanzi: si sa che spesso gli incontri che avvengono nella finzione della narrativa, quando essa sia forte, diventano a modo loro reali e indelebili. Si inizia qui con uno degli uomini di età matura più affascinanti ma anche enigmatici, spesso ineffabili, della letteratura: il Principe Fabrizio, alla testa del casato siciliano dei Salina, protagonista del romanzo "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (anch'egli principe: Fabrizio Salina, il Gattopardo, evoca la figura reale del nonno dello scrittore).
Per una volta (accade raramente) il film tratto dal romanzo, dovuto alla mano geniale di Luchino Visconti, non tradisce, salvo nell'accelerazione cinematografica de finale, il libro. Sontuoso il romanzo, sontuoso il film. Anche l'interpretazione del personaggio del principe Fabrizio risulta impeccabile. Burt Lancaster (nella immagine in una delle memorabili scene del ballo a Palermo, qui con Angelica, interpretata da Claudia Cardinale) americano, sembra nato apposta per impersonare il "Gattopardo" siciliano e ottocentesco, che Tomasi di Lampeduusa descrive di pelo biondo rossiccio e con occhi azzurri: la vena della presenza normanna in Sicilia, quasi un millennio fa, ha seminato infatti dei biondi chiari tra i siciliani veraci e antichi. Il personaggi di oggi è dunque Fabrizio, Principe di Salina, indimenticato Gattopardo della letteratura italiana.

Il Principe Fabrizio di Salina era alto, massiccio: " non che fosse grasso: era soltanto immenso e fortissimo; la sua testa sfiorava (nelle case abitate dai comuni mortali) il rosone dei lampadari; le sue dita sapevano accartocciare come carta velina le monete da un ducato"…Quelle dita, d'altronde, sapevano anche essere di tocco delicatissimo nel carezzare e maneggiare, e di ciò si ricordava a proprio danno Maria Stella, la moglie". Capo di un casato nobiliare antico in declino, possedeva un carattere forte: "Un temperamento autoritario, una certa rigidità morale, una propensione alle idee astratte che nell'habitat morale molliccio della società palermitana si erano mutati rispettivamente in prepotenza capricciosa, perpetui scrupoli morali e disprezzo per i suoi parenti e amici, che gli sembrava andassero alla deriva nei meandri del lento fiume pragmatistico siciliano"."Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa si svolge dentro la malinconica trasformazione in atto di un antico sistema che dilegua: nella Sicilia borbonica avanzano i garibaldini e i Savoia, si cambiano regno e politica. Il vecchio principe è intelligente, disilluso. Sa i limiti e la raffinata, estenuata decadenza dei suoi pari, spossati da quell'Isola barocca avvolta nei suoi segreti profondi, cotta dal sole e dagli innesti febbrili di civiltà diverse che l'hanno violata e plasmata. Ma al tempo stesso per orgoglio e per fedeltà a una radice antica non vuole nemmeno cedere alle frenesie dell'illusione del nuovo. Sa che il vecchio regime è corroso ma anche che il nuovo che avanza è pieno di demagogia e velleità ideologiche. Il suo affascinante e amato nipote Tancredi invece ci crede, seppure anch'egli provvisto di quella perspicacia aristocratica di razza che intuisce la relativizzazione di tutto, e sarà lui a dire allo zio la celebre frase secondo la quale bisogna che tutto cambi perché tutto rimanga come prima, e anche il Principe capisce che il cambio di regno lascerà intatte le trame radicatissime dei poteri e dei segreti di un'isola più stanca ma anche più astuta dei suoi riformatori esterni. Il Principe Fabrizio è forte e sensuale e si permette un discreto maneggio amoroso con la copertura connivente (per forza) del cappellano personale Padre Pirrone, che poi lo confessa e lo assolve. Sanguigno ed elegante al tempo stessso, coltiva la passione per l'astronomia e di notte, sulla torretta della villa, in fuga dai rumori del mondo scruta il cielo con il telescopio e sembra interrogare il firmamento sui suoi segreti ineffabili. Fabrizio predilige il nipote Tancredi, focoso e duttile come lui stesso ormai non può più essere. Gli invidia, con stile e tristezza, la bella fidanzata Angelica, di palpitante carnalità sicula, proprio mentre i sensi non del tutto assopiti percepiscono che è giunta la sera della vita, con tutti i suoi addìi inesorabili. Il Principe di Salina è un grande, autoritario, signorile testimone di una nobiltà logorata di cui con perspicacia intuisce il dissolvimento, di pari passo con quello della propria vita.