Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

LIBRI SOTTO L'ALBERO

20dicembre
2014

Natale, regala un libro, e va bene. Ma cosa scegliere nel marasma librario che strilla novità, riedita classici, espone tutto, i capolavori e le piccole delizie, i mattoni e i dilettanti, e poi vampiri e mostri, erotismo da salotto, hard e noir, mistery e new age, memorie private, azzardi poetici e in prosa di chi ha pubblicato perché, come diceva Oscar Wilde, sfortunatamente non ha saputo resistere alla tentazione di farlo? Allora: fra le novità di quest'anno (alcune già indicate qui in "Novità da leggere")), ecco alcuni titoli che potete regalare a occhi chiusi ma soprattutto potete leggere anche voi. Sul leggero, riecco Marco Malvaldi ("Il telefono senza fili", Sellerio). A chi non conosce il ciclo dei quattro pensionati, toscanacci, frequentatori del Bar Lume e sapienti ficcanaso in storie truci, consiglio di partire dal primo titolo, "La briscola in cinque", per risalire i titoli di questa "serie": sono gialli gustosi, tra suspense e risate. Sempre l'editore Sellerio ha pubblicato (un anno fa e ora) due romanzi di Marco Balzano, autore milanese fresco e sensibile. "Pronti a tutte le partenze" è il primo, storia agrodolce e ricca di accento umano di un docente di letteratura italiana del meridione italiano con sguardo verso il nord e verso la ricerca della propria scaglia di senso e di felicità. Se vi piacerà (e vi piacerà) passate al titolo più recente ("L'ultimo arrivato", storia della migrazione dalla Sicilia a Milano di un ragazzino lavoratore negli anni '50). David Grossman, scrittore israeliano d'eccellenza, è appena sbarcato in Italia con il suo ultimo romanzo ("Applausi a scena vuota". Mondadori). E' un Grossman sorprendente, che mette in scena, in una specie di caffè-teatro, un monologo febbrile, comico e triste, trasgressivo e malinconico, recitato da uno stralunato cabarettista dotato di humor e ferito dalla vita. E' un racconto vivace, con unghiate di comicità e ondate di emozioni e malinconie: l'allegria, si sa, è sempre un po' triste. Un altro israeliano grande, Amos Oz, ha pubblicato quest'anno da Einaudi "Giuda", corposo, denso romanzo che ha acceso anche sul nostro sito un bel dibattito. Se ne può discutere partendo da percezioni diverse ma resta un romanzo notevole. Del premio Nobel di quest'anno, il francese Patrick Modiano, di cui ho già ricordato alcuni titoli, consiglio ora "Bijou", tradotto da Einaudi. Modiano non cambia, anche qui la protagonista, una giovane donna fragile che una volta si chiamava Bijou, compie una indagine topografica ed esistenziale dentro la mappa minuziosamente raccontata della Parigi di centro e di periferia. Era stata abbandonata, da piccola, da una madre strana e sfuggente, dai diversi nomi. Molti anni dopo Bijou crede di ravvisare in una donna dal cappotto giallo incrociata in metrò, proprio la figura della madre. E si mette a pedinarla, giorno dopo giorno, inseguendo segni labili, un passato confuso, brandelli di memoria, ipotesi non confermate: ci sono atmosfere e ricognizioni quasi simenoniane. Ho scelto alcuni titoli fra i parecchi (ma non molti) che mi hanno colpito quest'anno. Poi c'è naturalmente il fieno buono in cascina dei classici. Basta fare attenzione alla massima di Chesterton: "Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto" (gli corre appresso Mark Twain: "Un classico è qualcosa che tutti vorrebbero aver letto e nessuno vuole leggere"). La scelta è immensa: oso pescare quasi a sorteggio "Tutti i racconti di Cecov" (Rizzoli) o, nel bicentenario della sua pubblicazione, "Mansfield Park" di Jane Austen (Garzanti, Mondadori). Io poi ho appena riletto "Il dottor Zivago" di Boris Pasternak, un capolavoro intenso, malinconico, grave, lirico e nevoso. Il film celeberrimo, non malvagio ma troppo sentimentale, di David Lean, del 1965, ha annacquato un capolavoro che vale la pena di conoscere. Starei sulla tradizione storica di Pietro Zveteremich (Feltrinelli, pur se l'editore ne ha proposta ora anche un'altra). Vi soccorrerà, nella solita confusione di nomi dei romanzi russi, il glossario dei personaggi. Ma potete pescare anche nella narrativa vittoriana di intrattenimento (e che intrattenimento!): Anthony Trollope, "La casetta ad Arlington", "Il dottor Thorne", Sellerio. Oppure una perla di Edith Warthon, "Ethan Froome", Rizzoli. E poi ancora, a casaccio: Ernest Hemingway ("Festa mobile", Mondadori), Philip Roth ("Patrimonio", Einaudi), Ann Tyler ("La bussola di Noè", Guanda). Oppure andate voi in libreria, guardate, toccate, annusate, pensate.