Il grande ritorno di "SUITE FRANCESE"
2015
"Suite francese" è il titolo di un'opera postuma, incompleta, con cui Irène Némirovsky, scrittrice francese di nascita russa, deportata ad Auschwitz e lì morta a 38 anni, è balzata agli onori della critica internazionale e dell'affetto dei lettori di tutto il mondo. Da lì è poi scaturita la riscoperta dei titoli di Némirovsky pubblicati quando lei era ancora in vita e di molti inediti che lei aveva lasciato, insieme al manoscritto di "Suite francese", alle due figlie bambine, nascoste in un convento di suore prima che la mamma , e poi il padre, fossero deportati.
Ora è uscito un film, tratto da quel libro, e il successo cinematografico rilancia il romanzo. In Italia succede che nella classifica dei libri più venduti, pubblicata oggi (domenica) su "Lettura" del Corriere della Sera, nei primi dieci titoli figuri tre volte (!) "Suite francese", in tre edizioni diverse, con traduzioni diverse: Adelphi ristampa il romanzo in edizione tascabile, Garzanti ne propone un'altra traduzione e la stessa cosa fa Newton Compton, con una propria traduzione. Abbiamo scoperto che un piccolo editore, Fermento, ha pubblicato a sua volta una propria traduzione del romanzo. Quante Suites...
L'occasione è ghiotta per leggere o rileggere queste due prime parti di quello che per Némirovsky sarebbe dovuto diventare un "Guerra e pace francese", sullo sfondo della Francia occupata dalle truppe naziste. Incompleto ma sontuoso, rivelatore di una scrittrice di razza.
Ne riparleremo.
In attesa di verificare le altre traduzioni, restiamo su quella "classica" della prima edizione in italiano, curata dalla raffinata casa editrice Adelphi e ora ristampata.
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