Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

02luglio
2016

Il 2 di luglio di 55 anni fa ero adolescente, erano appena iniziate le vacanze estive e stavo leggendo "Verdi colline d'Africa", quando la radio diede la notizia che Hemingway era morto.

Il 2 di luglio di 55 anni fa ero adolescente, erano appena iniziate le vacanze estive e stavo leggendo "Verdi colline d'Africa", quando la radio diede la notizia che Hemingway era morto. Ne fui un po' scioccato perché il libro mi stava appassionando. Un insegnante avveduto me lo aveva fatto amare: il machismo malinconico di Hemingway, la sua smania d'avventure rischiose e aspre e i ritmi nuovi della sua prosa diretta appagavano l'inquietudine desiderosa della mia età. Poi naturalmente nella vita si prendono anche altre piste, nei libri e in tante cose. Ma il caro, vecchio H. resta uno scrittore forte, che scolpisce la pagina con scalpello sicuro: scrittura di carne, incisa nel legno di un ruvido vitalismo, dialoghi scattanti e serrati e improvvise pause di luci e scorci, sequenze di film americano con incursioni calde e buone, nel vino nostalgia di scaglie di vita vera, di una donna. Proprio in quel romanzo che stavo leggendo 55 anni fa, aveva scritto: "Così, se hai amato una donna o qualche paese ti puoi ritenere fortunato, perché anche se muori, dopo, non ha importanza".