Circolo dei Libri

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05agosto
2016

Adelphi ha appena pubblicato "Una risata nel buio", romanzo di Vladimir Nabokov. Condannato ad essere ridotto al celberimo "Lolita", sia per la vistosa trasposizone cinematografica, sia per la attenzione morbosa suscitata dal tema della ragazzina adolescente che tenta e seduce l'uomo attempato, Nabokov merita una stima piu approfondita, una conoscenza piena del suo grande talento.

"Lolita", al di là del gusto di caramella proibita affibiatogli dalla faciloneria prurignosa, è un romanzo bello e inquietante. Ma altri, e ancora migliori, sono i titoli di questo scrittore russo, nato alla soglia dell'800 (nel 1899), sfuggito alla rivoluzione bolscevica, divenuto scrittore occidentale dapprima in russo e poi prodigiosamente in inglese. Visse molti anni in Svizzera, a Montreux, dove morì nel 1977.

"Una risata nel buio" svolge una trama minuziosa e implacabile di ossessione amorosa, di sventata e dolce perdizione. Un uomo tranquillamente sposato, padre di una bambina, di colpo s'invaghisce di una giovane ragazza seducente, strana, povera, cinica, sognatrice e calcolatrice. E la sua vita diventa una bufera.

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