2016
Quando ci si imbatte in un giallista di razza, c'è da mettere una birretta in frigo, sistemare la poltrona e partire per l'avventura di una lettura golosa e di un viaggio, sulle pagine, di piacere. Personalmente dico che non sono tanto suspense e intreccio serrato ad appassionarmi ai gialli (quelli buoni, naturalmente) quanto il sotteso filo di atmosfera, di esplorazione dell'umano, delle finezze narrative. Allora: ho scoperto un giallista di qualità. E' italiano di Napoli, si chiama Maurizio De Giovanni, ha 58 anni , ha cominciato tardi a pubblicare, a 47 anni. Ma poi ha continuato a sfornare titoli. Lo pubblica Einaudi ed è già tradotto in Spagna, Germania, Inghilterra e Francia.
Maurizio De Giovanni lavora su due filoni seriali. Il primo si situa al giorno d'oggi, con un gruppo di ispettori nuovi giunti a Napoli nel commissariato di Pizzofalcone per fare piazza pulita dopo la scoperta che i precedenti poliziotti non erano, appunto, molto puliti. E prendono ad indagare con piglio nuovo. Accanto alle inchieste si sdipanano anche storie sentimentali raccontate con bravura e finezza. La serie andrebbe letta dall'inizio, si comincia con "Il metodo del coccodrillo", che è del 2012. Il resto a seguire. Ma qui voglio parlare del filone a mio parere più felice, che è quello che vede all'opera il commissario Ricciardi.
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