Scrittura, successo, lavoro
2021
"Allo scrittore fa bene doversi orientare alle richieste del mercato. Impara così a scrivere con astuzia, a coltivare i suoi interessi a condizioni imposte da altri. Guadagnare denaro è uno stimolante della scrittura".
Friedrich Dürrenmatt
Il grande scrittore svizzero (nella foto; ricorre quest'anno il centenario della sua nascita) con il suo graffio ironico liquida così i puristi assoluti i quali credono che il successo di vendite di un libro costituisca una contaminazione maligna, quasi che uno scrittore che vende molto sia proprio per questo uno scrittore non eccelso. Poi però in un'altra occasione Dürrenmatt ha anche scritto:
"Il successo non dice nulla sulla qualità della scrittura, avvisa soltanto del fatto che lo scrittore ha prodotto una merce che si vende bene. Non abbiamo difficoltà ad ammettere che tale stato di cose non è soddisfacente". E dunque vendere molti libri non fa male a uno scrittore, anzi lo stimola. Ma non vuol dire che per questo fatto egli sia automaticamente uno che scrive bene.
Noi del Circolo dei libri aggiungiamo: C'è chi vende molto e scrive bene, chi vende molto e scrive male, chi vende poco e scrive bene, chi vende poco e scrive male. Quel che è certo è che uno scrittore deve lavorare sodo, deve fare della scrittura una laboriosità faticosa, un mestiere. Dire "il mestiere di scrivere" non significa sminuire la scrittura. Anton Cechov scrisse un giorno, riflettendo proprio su questo: "Basta dilettantismi, fatene un mestiere. Certo non è bello dover scrivere per guadagnarsi il pane come è toccato a me, ma in certa misura il mestiere è necessario, l'ispirazione non basta."
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