2018
Nella foto: lo scrittore Max Frisch nella sua casa di Berzona: la casa del signor Geiser del romanzo "L'uomo nell'Olocene"...
E' su questo romanzo breve del grande scrittore svizzero che abbiamo lavorato (lunedì9 settembre a Bellinzona , mercoledì 10 a Lugano) e lavoreremo ( il 3 ottobre a Vacallo) nella "rentrée" dei Circoli di lettura (vedi sotto Circoli). Il romanzo si svolge a Berzona, in Valle Onsernone, dove il grande scrittore svizzero visse parecchi anni. E' un racconto strano, reale e simbolico al tempo stesso, un po' apocalittico e un po' anche divertente, con tocchi di compassionevole umanità. Tradotto in molte lingue, oggi è consderato un piccolo classico mondiale, sempre ristampato
In "L'uomo nell'Olocene" si raccontano i giorni del signor Geiser, un pensionato di circa 70 anni, svizzero tedesco venuto a vivere in Ticino, durante un autunno piovosissimo, di maltempo continuo, con piogge torrenziali che gonfiano torrenti e fanno smotare terreni e bloccano strade con piccole alluvioni, isolando il villaggio. Lì dentro, in questa tregenda in chiave minore che evoca e quasi mima un diluvio universale, il signor Geiser pensa al mondo e alla possibile, ipotetica fine del mondo, e riflette sulle origini della vita, sulle epoche della storia, sull'uomo, su molte altre cose. Il signor Geiser pensa alle cose massime (il respiro del tempo nei millenni, il sommovimento delle ere geolgiche, quasi come "gli sterminati spazi e silenzi" leopardiani de "L'infinito) ma anche alle cose minime ( il "qui e ora", il pane, la minestra da cucinare, il rumore della pioggia, la corrente elettrica che è saltata, il fuoco da accendere). La sua memoria ogni tanto si inceppa e allora lui legge, ritaglia foglietti con notizie antiche e storiche ma anche dettagli quotidiani, piccolissimi, utili. Il breve romanzo di Frisch mescola la realtà minuscola delle piccole necessità, del piccolo uomo, e la vastità immensa del tempo. E' la storia di uomo curioso, infragilito, anziano, di fronte al proprio piccolo respiro e a quello del mondo, di fronte al proprio declino annunciato da vuoti di memoria e debolezza nuova. Max Frisch ha anche giocato stilisticamente, introducendo nelle pagine stampate anche la visibilità tipografica dei pro-memoria del signor Geiser. Il libro fu pubblicato nel 1979, 41 anni fa, quando Frisch era più o meno coetaneo (e concittadino onsernonese) del "suo" signor Geiser. In tempi di sperimentalismo letterario-stilistico, lo scrittore svizzero inventa - senza eccessi e con misura - una sua singolare, ironica, curiosa modalità espressiva.
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