Circolo dei Libri

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Mario Soldati, il fascino e il tempo

06aprile
2019

(mf) 20 anni fa moriva Mario Soldati, a 93 anni. Fu un personaggio di gran carisma, fascino e simpatia. Buongustaio, appassionato di vini, una vita intera con il sigaro toscano, laureato in storia dell'arte, un periodo negli USA come professore alla Columbia University. Fu regista di cinema (celebre il suo "Piccolo mondo antico") e scrittore fecondo. Nel 1977 lessi "La sposa americana", appena uscito, e mi piacque. Nel 20mo della morte l'ho ricordato (vedi video qui sopra), mandando a memoria le sensazioni. L'ho poi riletto. La vena c'è, unita all'affondo psicologico acuto, nascosto in una apparente trascuratezza di scrittura. Ma oso dire che, letto 42 anni dopo, quel romanzo ha qualche punto un po' sdrucito, datato. Con qualche espediente narrativo che mostra l'età. Ripensandoci, avevo letto prima e lessi più tardi altre sue prose che mi pare tengano meglio, ancora in circolazione: "La messa dei villeggianti", "I racconti del maresciallo", "L'attore", "La confessione", "Racconti per l'estate". Di lui scrittore, in ogni caso, Leonardo Sciascia scrisse: "Qualcosa che somiglia alla felicità:... e questo è, esattamente definito, il mio sentimento di lettore di Soldati da quando, per la prima volta, lessi un suo racconto". Ecco, la misura del racconto sembra davvero essere la cifra narrativa più felice di Mario Soldati, assieme al suo signorile, curioso gusto della vita e del bello.