Circolo dei Libri

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Un consiglio: (ri)leggere Greene

21giugno
2019

Graham Greene (1904-1991) è stato un grande scrittore, giornalista, giramondo, agente segreto britannico, vita inquieta, cattolico convertito senza briglie. Uno dei molti che avrebbero meritato il Nobel e non l'hanno ricevuto. Sellerio sta ritraducendo i suoi romanzi, ha appena iniziato con "Il console onorario", che si svolge intorno al 1970 in una remota cittadina argentina al confine con il Paraguay retto dalla dittatura del Generale Strossner. Narra i destini incrociati di personaggi cariati dalla vita, indolenziti da prove e strappi. C'è l'alcolista malandato che scopre la forza di amare, il prete spretato che ha nostalgia dell'assoluto, il medico single orbato di un padre che amava e rimasto con una madre che non ama, avvolto consolato da successi amorosi che evaporano, la giovane prostituta smaliziata e limpida a modo suo. E la lotta politica e la diplomazia sonnacchiosa. Vite che si cercano a tentoni: "nessun essere umano può capire veramente un altro, e nessuno può fare la felicità di un altro", ha scritto Greene. Si beve molto whiskey, si desidera con i sensi e si è tristi con l'anima, non ci sono eroi (o quasi mai) ma sensi di colpa e sete di perdono. Ha scritto Greene: "Il ruolo dello scrittore è quello di suscitare nel lettore la simpatia verso quei personaggi che ufficialmente non hanno diritto alla simpatia".