I nostri libri d'autunno
2020
Una sintesi dei libri su cui lavoreremo in autunno con i nostri circoli di lettura
Philip Roth, "Nemesi", Einaudi
Scritto 10 anni fa da Roth, questo romanzo racconta con profonda intensità e struggimenti morali narrati benissimo, le vicende di una epidemia di poliomielite nel 1944 (quando ancora non esisteva il vaccino per quella malattia) a Newark, negli Stati Uniti. Un Roth diverso dal solito ma sempre grande.
Paolo Di Stefano, "Noi", Bompiani
Un romanzo poderoso, intenso, spietato e commovente, urticante e tenero. 600 pagine (leggetelo per tempo e a tempo continuato, se potete) per una specie di regolamento di conti esistenziale, piscologico e morale fra l'autore e il proprio passato vero, familiare. Di Stefano viaggia fra sud e nord, fra passato e presente, dalla morte - centrale - di un fratellino per leucemia, tornando indietro alla giovinezza pre-matrimoniale di un padre inquieto, ansioso, ferito da una cupezza familiare siciliana, fino ai decenni trascorsi in Ticino, nella Viganello dagli anni '60 in avanti, e infine al giorno d'oggi, tempo di bilanci, struggimenti, pacificazioni.
Antonio Tabucchi, "Sostiene Pereira", Feltrinelli
Un romanzo italiano che si svolge nelle chiare luci atlantiche di Lisbona, scritto con ariosa e meticolosa, apparente semplicità. Un oscuro, solitario giornalista culturale minore, Pereira, attraversa una faticosa e sudaticcia estate lusitana fra piccole mediocrità e ambizioni sfibrate, incontrando umilmente lo sbocco di un eroismo morale e civile.
Henry James, "Washington Square", Garzanti
Pubblicato nel 1880, questo romanzo precede di pochi anni i grandi racconti di Anton Cechov (e così chi ha lavorato con noi su Cechov potrà scoprire come e che cosa scriveva un suo quasi coetaneo dall'altra parte del mondo). Non leggete la prefazione, difficile, semmai leggetela dopo. Un romanzo che sembra un teatro, con pochissimi protagonisti: un padre ricco e severo e vedovo, una figlia unica insignificante (e tuttavia"…), un pretendente corteggiatore bello e spregiudicato, un confitto fra padre e figlia al tempo in cui i padri entravano prepotentemente nel destino delle figlie, una zia sentimentale e arruffona. Tutto qui. Ma basta, se tutto è cucito con il finissimo filo della narrativa di Henry James, attentissimo ai grovigli psicologici e alle grandi recite sociali dell'aristocrazia (in questo caso americana).
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