I finali cambiati
2020
"Mia madre mi raccontò che le prime cose che io scrissi furono continuazioni delle storie che leggevo, perché mi dispiaceva che finissero, oppure volevo cambiare il finale. E forse è ciò che ho fatto per tutta la vita senza saperlo."
Mario Vargas Llosa, dal discorso tenuto a Stoccolma il 7 dicembre 2010, quando gli fu attribuito il Premio Nobel per la Letteratura.
In questa rivelazione del proprio desiderio infantile di continuare o cambiare le storie che aveva appena letto, Mario Vargas Llosa conferma la ineffabile commistione fra l'intenzione dello scrittore e la percezione del lettore; e conferma che ogni storia inventata può avere code di desiderio, nella mescolanza fra lettura e interpretazione, nella continua "ri-creazione della realtà" (che è poi una delle più adeguate definizioni della letteratura). Infine: un bambino, o una bambina, che scrivendo continuano una storia appena letta o ne cambiano il finale, sono destinati a diventare scrittori, o perlomeno a provarci.
Illustrazione: Pablo Picasso, "La lecture de la lettre", 1921
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