Pereira e Pareri
2020
Sostiene Pereira
Antonio Tabucchi
Abbiamo pubblicato venerdì scorso il video di una "lezione" di sintesi di quella che sarebbe dovuta essere la più ampia lezione introduttiva del nostro incontro di novembre (previsto in tre turni a Bellinzona e Lugano) dedicato al romanzo "Sostiene Pereira" di Antonio Tabucchi. Nel frattempo avevamo aperto (e resta aperta) la possibilità di mandare, sul romanzo, i vostri pareri, scrivendo a info@circolodeilibri.ch Cominciamo a diffonderne alcuni:
"Per me, rileggere questo libro dopo quasi 30 anni è stato come non averlo mai letto prima. La vita ci cambia così profondamente da concederci di apprezzare quanto un tempo ci era sfuggito. E morte e rinascita - o resurrezione - sono temi centrali che avevo dimenticato (o ignorato all'epoca) conservando di questo libro solo una memoria struggente. Mi chiedo ora se non sia la morte violenta di Monteiro Rossi nel finale a dare a Pereira la spinta definitiva per cambiare, quel "˜colpo di reni "˜ come lei ben lo definisce, per uscire dalla dolente apatia in cui si era relegato. Monteiro Rossi nel quale Pereira un po' si rivede; il ragazzo che avrebbe potuto essere suo figlio. Avevo segnato alcuni passaggi che sarebbe stato bello condividere nei nostri incontri reali. Uno in particolare a pag.64 - l'intera pagina in verità merita di essere letta e riletta -dove Pereira e il prof. Silva discutono di quanto sta accadendo in Portogallo e in Europa e Silva consiglia a Pereira di lasciar perdere, di non prendersela, ma Pereira risponde: "Però io faccio il giornalista, replicò Pereira. E allora? disse Silva. Allora devo essere libero, disse Pereira, di informare la gente in maniera corretta."
(Francesca Battistella)
"Il romanzo mi è piaciuto molto, belle le atmosfere, belle la luce e la brezza atlantiche di Lisbona, buona la limonata zuccherata, buona l'omelette alle erbe del Café Orquidea"…. Si sente parlare della dittatura di Salazar ma in modo lieve, come della guerra civile spagnola e della situazione in tutta Europa, ma non è un romanzo sulla guerra.Pereira all'inizio mi è sembrato un personaggio un po' mediocre, nel senso che non si sbilancia, non vuole coinvolgimenti, lui fa il suo lavoro e desidera stare tranquillo, infatti chiede spesso al cameriere Manuel e a Padre Antonio cosa si dice in giro. Poi addentrandomi nel romanzo ho percepito un cambiamento, un coinvolgimento, una voglia di fare qualcosa, sarà anche per la signora incontrata sul treno, la quale gli dice che ognuno può fare qualcosa, sarà per il rapporto con il dottore Cardoso; e alla fine si affeziona a Monteiro Rossi, forse come se fosse quel figlio che non ha avuto, e piano piano emerge la sua presa di posizione, alla fine esprime quello che sente, quello che di vero ha percepito, ed esce dalla sua mediocrità. Un bel romanzo".
(Daniela Morisoli)
"Ottimo romanzo, questo "Sostiene Pereira". L'avevo già letto anni fa. Ci sono libri che ci si scorda, altri invece che aleggiano nella nostra memoria e che ci intrigano alla rilettura. Così è stato per questo. In un primo momento non capivo bene perché quella insistenza del "sostiene Pereira" in ogni pagina. Mi sembrava un po' un gioco letterario. Nel vostro video ho capito che quel verbo "sostiene" è per dire che Pereira sta testimoniando, testimonia la verità. È la versione di Pereira: e così mi viene in mente la famosa "Versione di Barney" di Mordecai Richler, un romanzo che consiglio. È vero che il romanzo è la storia di un risveglio di coscienza civile, come dite. Io arrivo a dire che è la storia di una redenzione. Prima Pereira era una persona molle e rinunciataria, alla fine il suo gesto mi sembra proprio una redenzione. E durante la lettura sembra proprio di essere a Lisbona, che conosco bene, e viene voglia anche a noi lettori di ordinare omelette e limonata al ristorante dell'Orchidea".
(L.C.)
"Premetto che il romanzo mi è piaciuto e il vostro video mi è servito a capirlo meglio. Però mi permetto una critica, anzi due. Troppe volte nel libro si legge "sostiene Pereira". Tabucchi ha calcato la mano. Avrebbe anche potuto scrivere il romanzo senza mai dire "sostiene Pereira", la sostanza non sarebbe cambiata. La scena, ben scritta, del ballo di Pereira con Marta è però un po' troppo romantica. E come mai un uomo ciccione e cardiopoatico può mettersi in una serata caldissima di canicola a ballare un valzer con tanta leggerezza? Chi sa come è ballare un valzer non ci crede mica tanto"…"
(Giorgio Bartesaghi)
(mf) Gentile Giorgio Bartesaghi, la ringrazio per il suo scritto e oso permettermi un tentativo di risposta al suo dubbio critico: la locuzione "sostiene Periera" può apparire certamente sovrabbondante. Tuttavia, a parte l'interpretazione secondo la quale quel "sostiene" colloca Pereira dalla parte del testimone di cui alla fine dobbiamo fidarci (e la fiducia sembra proprio essersela meritata, alla fine), quella trovata espressiva di Tabucchi dà un accento imprevisto al romanzo. Tant'è vero che che quella locuzione è diventata non solo il titolo del libro ma addirittura è entrata di diritto nel lessico della narrativa italiana del Novecento. Sostanza e forma sono un impasto misterioso chi dà il tono di un'opera, sono due vettori inter-dipendenti senza uno dei quali il prodotto complessivo (il romanzo) perderebbe forza e nitore. Quel "sostiene Pereira" è un meccanismo stlistico che separa il narratore dal testimone in terza persona, lo rende protagonista e offre una specie di "verbale" trasmesso al lettore, che diventa giudice. In quanto al ballo di Pereira con Marta, lei non immagina quanto possano diventare agili gli uomini sovrappeso quando hanno a che fare con una donna graziosa. La ciccia ha risorse impensate.
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