Circolo dei Libri

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Addio ad Antonio Pennacchi

20agosto
2021

"Maladeti i conti Zorzi Vila!". L'imprecazione in dialetto veneto sulla bocca di tre generazioni del folto casato dei Peruzzi, trasmigrato dalle campagne contadine del Norditalia nelle laziali Paludi Pontine al tempo in cui Mussolini decise di bonificarle e crearvi campi, fattorie, città, la conoscono bene i partecipanti ai nostri Circoli di lettura. E la conoscono i molti lettori che hanno apprezzato la discontinua ma sicura stoffa di scrittura del romanziere Antonio Pennacchi, morto in questo mese di agosto a 71 anni. Lavorammo su "Canale Mussolini" (Mondadori), Premio Strega nel 2010, e ci divertimmo parecchio, scoprendo una pagina di storia esplorata da uno sguardo originale e insolito. In mezzo alle molte nefandezze del fascismo, la ciclopica opera di bonifica dell'Agro Pontino fu una grossa impresa attorno alla quale crebbe un pezzo di popolo migrante che nel corso di novant'anni ha impastato la cultura, la lingua e i riti del Veneto contadino con l'humus, la lingua e la storia del litorale romano. Scrittura carnosa, accesa e pirotecnica, quella di Pennacchi in "Canale Mussolini, in una saga familiare provvista di esilaranti e commoventi dialoghi e rivelatrice di un'epica popolare italiana singolare. Il ciclo è continuato con "Canale Mussolini parte seconda" (più insistito e cronachistico, meno riuscito) ma è rifiorito appena un anno fa con "La strada del mare", che riaccende lo stato di grazia di "Canale Mussolini" e conclude la saga familiare. Con Antonio Pennacchi è scomparso uno scrittore di sangue e anima, robusto, molto particolare. Copiosa è la sua produzione, non tutta stilisticamente unitaria. Fra i molti altri titoli va ricordato almeno "Il fasciocomunista", Vita scriteriata di Accio Benassi", Mondadori.