Yehoshua, ricordo di un incontro
2022
(m.f.) Di Abraham Yehoshua, scomparso il 14 giugno scorso all'età di 86 anni, abbiamo detto brevemente nel nostro ultimo scritto sul BLOG del nostro sito. Il grande scrittore israeliano andrebbe ora soprattutto letto e riletto, che è poi il modo migliore per tenere in vita, attraverso la sua opera, un autore. Personalmente ricordo un bell'incontro con Yehoshua a Lugano, il 9 maggio del 2016 (vedi foto). Davanti a seicento persone, nell'Aula Magna dell'USI, ebbi l'emozione di intervistare quel grande scrittore, di cui avevo letto e apprezzato tutti i romanzi. Ne nacque un colloquio fervido, con lui in forma smagliante e pronto a parlare, riflettere, spiegare e giudicare, davanti a un pubblico attentissimo. L'incontro fu registrato e una trascrizione dell'intervista fu poi pubblicata sul numero 2 del 2016 della rivista culturale Cenobio, per iniziativa del suo direttore Pietro Montorfani. Ritaglio qui un breve passaggio di quell'intervista, rimandando eventualmente per la forma integrale alla redazione di Cenobio (info@edizionicenobio.com.
Avevo posto a Yehoshua una domanda sulla sua capacità di immedesimarsi nei suoi personaggi come se egli stesso in qualche modo si reincarnasse in essi: parlando in quell'occasione del personaggio femminile di Noga (protagonista di quello che allora era il suo ultimo riomanzo, "La comparsa") gli chiesi come facesse lui a entrare cosi profondamente nella psiche e negli umori di una donna. Ecco cosa mi rispose Yehoshua:
"Potrei citare un breve aneddoto che ha per protagonista il grande scrittore ebraico Isaac B. Singer. Alla sua nascita, la madre chiese se aveva dato alla luce un maschio o una femmina e le fu risposto che non era nato né un maschio né una femmina, bensì uno scrittore. Questo a significare che uno scrittore non è uomo, né donna, ma in qualche modo li contiene entrambi. Senza dimenticare che nel panorama della letteratura ci sono anche i cani e tutti gli altri animali"… Qui stanno l'abilità e il miracolo dell'immedesimazione letteraria, che per sua natura non ha confini"… Comunque quella di descrivere una donna, con tutte le complessità del suo animo e della sua intimità, è una grande sfida per uno scrittore maschio. Mi piace cogliere questa sfida"…".
Penso oggi, dopo aver riletto (quale omaggio alla memoria dello scrittore appena morto) il bellissimo "L'amante", ai formidabili due personaggi femminili di Asya e di sua figlia Dafi: Yehoshua ha saputo anche lì, eccome, raccogliere quella grande sfida letteraria di entrare, da maschio, nel cuore profondo di una donna.
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