Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

La lettura è un corpo a corpo

23febbraio
2025

La donna giusta

Sándor Márai

Basterebbe da sola, per cogliere un lampo di bellezza, già la copertina della edizione italiana di “La donna giusta” di Sándor Márai (1900-1989) con il bellissimo ritratto di Rosabianca Skira, del 1949, opera del pittore Balthus (1908-2001): il sublime e il mistero in un volto pensoso di donna. Ma poi naturalmente c’è il romanzo, corposo e sontuoso, un prisma luccicante di cui ogni lato proietta uno sguardo proprio su una identica vicenda di amore, disamore, illusione, ambiguità, solitudini; e l’inadeguatezza ad amare ma soprattutto ad essere amato sperimentata da un uomo fine, signorile, onesto, incompiuto, triste. Con due figure complesse di donne, realistiche e desiderose. E un enigmatico amico… Ma qui, in attesa di riparlare in futuro di questo libro, ci interessa cogliere una piccola perla, un pensiero profondo dedicato alla lettura: una passione che per accendere l’animo di chi vi si tuffa dentro deve essere un corpo a corpo, uno splendido duello, non già un passatempo elegante per innaffiare il proprio deposito culturale e ingannare la propria noia. La lettura, par di capire, è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai tiepidi….

“Leggevo molto. Ma anche riguardo alla lettura, sai com’è…, riesci ad avere davvero qualcosa dai libri solo se sei capace di mettere qualcosa di tuo in ciò che stai leggendo. Voglio dire, solo se ti accosti alla lettura come a un duello, con lo stato d’animo di chi è disposto a ferire e a essere ferito, a polemizzare, a convincere e a essere convinto, e poi, dopo aver fatto tesoro di quanto hai imparato, lo impiegherai per costruire qualcosa nella vita o nel lavoro…Un giorno mi sono accorto che nelle mie letture di mio non mettevo più niente. Che ormai mi dedicavo alla lettura come chi si trova in una città straniera e, per passare il tempo, si rifugia in un museo a contemplare, con sguardo cortese e annoiato, gli oggetti esposti. Leggevo quasi per senso del dovere: è uscito un nuovo libro, se ne sente parlare, bisogna leggerlo. Oppure: non ho ancora letto questo classico, sento il bisogno di colmare una lacuna così grave nella mia cultura, e allora decido di dedicarvi un’ora ogni mattina e ogni sera. C’era stato un tempo in cui per me la lettura era un’autentica esperienza, il cuore mi batteva quando tenevo tra le mani i libri appena usciti degli autori che conoscevo, un nuovo libro era come un incontro, una compagnia rischiosa dalla quale potevano scaturire emozioni felici, ma anche conseguenze inquietanti e dolorose. Ormai adesso leggevo così come andavo in fabbrica a fare il direttore, partecipavo a eventi mondani o mi recavo a teatro…” (Sándor Márai, da “La donna giusta”, Adelphi).