Simonetta Agnello Hornby
Feltrinelli
Una nostra amica lettrice (vedi qui sotto) ha colto in poche righe, di "Caffè amaro" (l'ultimo romanzo di Simonetta Agnello Hornby), profumi e sensazioni di Sicilia e la traccia forte di un grande amore. Sintesi azzeccata. C'è Sicilia e c'è destino amoroso, annunciato e irrinciabile, in questo romanzo fluviale, che parte dal tardo Ottocento in Sicilia e arriva fino alla fine della Seconda Guerra mondiale. Riconosciuto ciò, onestà critica impone di dire che la scrittrice anglo-siciliana è meno valida nella soluzione stilistica, nel ritmo di scrittura, nella tensione espressiva che non nel suo punto forte, che è quello dell'intreccio, dell'invenzione narrativa. Il lettore è incuriosito, vuole sapere che ne sarà dell'amore prima diffidente e poi consumatissimo di Maria per Pietro e di quell'altro amore, più antico e radicato, più fraternamente profondo, per Giosuè. Per sapere come va a finire questa storia di amore (fisicità sessuale compresa) ci si deve inoltrare, ansiosi di conoscere l'esito, in una giungla un po' disordinata e un po' didascalico-didattica di storia italiana ed europea, dal socialismo ottocentesco alla massoneria, dagli italiani a Tripoli al nascente fascismo, dalle leggi razziali al disastro della guerra. Romanzo storico, certo.Con qualche caduta nel "romanzo in costume" : la trama d'amore vuole inserirsi, a tavolino, in un tentativo di spiegare la storia di Sicilia e dell'Italia di tre quarti di secolo. Dopo De Robert ("I Vicerè" e altro) e dopo Tomasi di Lampedusa ("Il gattopardo"), bisoga stare molto attenti a toccare i fili dell'energia narrativa sulla Sicilia dell'Ottocento...Ogni partita di paragone è persa in partenza
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NNE (Enne Enne Editore)