Vasco Pratolini
BUR Rizzoli
"Cronaca familiare " di Vasco Pratolini fu pubblicato nel 1947. Racconta la vera storia, con i nomi cambiati, vissuta dallo scrittore con suo fratello, che morirà prima d lui e a cui lui penserà poi sempre con una specie di rimorso per averlo sentito troppo a lungo come un estraneo, quasi fosse colpevole lui della scomparsa della mamma, morta nel darlo alla luce. In vita Pratolini fu celebrato come uno dei maggiori scrittori del suo tempo, fra i primi nomi della corrente letteraria neorealista. Pratolini fu un intellettuale importante, autodidatta e operaio prima di diventare scrittore, un "proletario" di grande sensibilità sociale. Animò riviste importanti assieme a Vittorini, Bilenchi, Gatto. Scrisse romanzi che furono celebri all'epoca, fra i quali "Metello", "Cronache di poveri amanti", ""Il quartiere" . Fu co-sceneggiatore di importanti film come "Rocco e i suoi fratelli" di Visconti, "Paisà" di Rossellini, e altri. Ora è un po' dimenticato, come spesso succede a molti autori. Diciamo che la sua opera è discontinua: quando il neorealismo si fuse con una poetica originale e delicata raggiunse risultati ottimi (e "Cronaca familiare" è uno di questi esiti). Altre volte fu più socialmente didattico e meno lirico. Questo romanzo di fratellanza e di struggente memoria, di affetto vero, mi ha sempre colpito per la sua tenerezza profonda, per il senso di rimpianto, per la nostalgia di una possibile felicità, per un conflitto fra il tempo e gli affetti (un che di cecoviano). Forse tutto questo è dovuto all'urgenza che Pratolini ebbe di scrivere questa sua storia vera dandole cadenza ariosa di romanzo. Al punto che in una breve premessa posta in capo al racconto scrive: "Questo libro non è un'opera di fantasia. E' un colloquio dell'autore con suo fratello morto. L'autore, scrivendo, cercava consolazione, non altro. Egli ha il rimorso di avere appena intuita la spiritualità del fratello, e troppo tardi. Queste pagine si offrono quindi come una sterile espiazione". C'è autobiografia, certo: ma essa trascende la cronaca in modo mirabile dentro un romanzo vero. Scritto con stile piano, minuzioso, con pulizia tutta toscana: l'autore, che è scrittore autentico, fa qui risuonare dentro la prosa la cadenza vera del proprio cuore.
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