Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

16giugno
2017

Luigi Pirandello

Einaudi, Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli

"Una delle poche cose, anzi la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal". Una certezza provata, anagrafica: questo è il mio nome, io sono quella persona lì. Eppure, eppure: quando Mattia Pascal, così certo d'essere quell'unica persona, fatta così, con quel nome, si accorge che la sua vita è scialba, non risolta, intessuta di trame affettive macchinose e labili (si sposa: ma ama? Di certo regola conti, si vendica a modo suo del tracollo finanziario dei propri beni di famiglia, detesta la suocera) quella certezza si sfarina. Nulla lo appaga compiutamente, nessun rapporto è vero fino in fondo. Mattia Pascal pasticcia nei rapporti con gli altri, genera figli che poi non gli appartengono, accende sensi e sentimenti che nulla poi gli danno. Accadono cose, Mattia detesta, calcola, corteggia, ama come può, crea disordine negli altri senza trovar pace per sé. E la vita sua è monotona, sciatta. E così, quando il destino e una concatenazione di fatti allontanano Mattia Pascal da casa, lui inscena una clamorosa mutazione"… La storia si fa teatrale (è il grande drammaturgo Pirandello, che scrive questo romanzo!) e qui non si anticipa nulla della complicata trama, che ha accenti quasi grotteschi. Il romanzo apparve nel 1904, a puntate, sulla rivista "Nuova Antologia", ed ebbe subito un grande successo. 150 anni fa, il 28 giugno del 1867 giugno Luigi Pirandello nasceva a Girgenti (oggi Agrigento), in Sicilia. Il 150mo suggerisce e anzi ingiunge di indagare, leggere o rileggere almeno alcune delle opere di questo scrittore singolare e poliedrico, novelliere e romanziere ma anche grande autore di teatro. Nel 1934, quando Pirandello ha 67 anni, gli viene conferito il premio Nobel per la letteratura. Due anni più tardi, subito dopo aver assistito alla proiezione del film tratto da "Il fu Mattia Pascal" , si ammala di polmonite e poco dopo muore. Ha 69 anni. "Il fu Mattia Pascal" è un romanzo strano, sperimentale non tanto nello stile (ancora classico e nondimeno già "pirandelliano" e ricercatore di ritmi e timbri nuovi) ma soprattutto per la venatura surreale dell'impianto narrativo, con affondi quasi da psicanalisi, e per il disincanto di fronte all'illusione del vivere. Inquieto, moderno, grottesco con eleganza. C'è un'amarezza filosofica, in quest'opera che mette a nudo l'incapacità del protagonista di essere davvero sé stesso e di farsi bastare la sua unica, irripetibile identità. Nemmeno quando Mattia Pascal riesce a fabbricarsi un'esistenza di riserva, riesce a sfuggire all'inesorabile timbro che il destino gli ha dato una sola volta per tutte. La narrazione è ironica, talvolta nettamente umoristica se non fosse che la pervade un pessimismo impotente. Il Novecento incerto si è appena avviato quando Pirandello scrive questo romanzo: ancora non sono arrivate le tragedie della Prima guerra, e poi della ricostruzione dolorosa, della grande crisi economica, della nascita del fascismo in Italia (Pirandello farà in tempo a conoscere tutto questo). Lo scrittore siciliano (ma europeo, anche) sembra avvertire la precarietà delle certezze di un secolo che si incammina verso una sofferta, drammatica modernità. E inventa una storia tutta incentrata sul privato, sull'impossibilità di un uomo di essere compiutamente e positivamente sé stesso.