Il mistero del terzo miglio
Colin Dexter
Sellerio
Noi diciamo "libri gialli" intendendo i polizieschi, in ragione della leggendaria copertina dei "Gialli Mondadori": una tradizione editoriale ha trasformato un colore in un aggettivo letterario di genere. Singolare, no? Ebbene, dopo un esordio da Longanesi era entrato proprio nei Gialli (che si vendevano nelle edicole e alternavano ad autori di poco peso anche nomi forti quali Agatha Christie, Ed Mc Bain, Rex Stout, J.H. Chase, Ellery Queen e molti altri) l'ispettore Morse creato dallo scrittore inglese Colin Dexter. Cosa del secolo scorso "…. Ora, da quattro anni, la sempre raffinata casa editrice Sellerio ha sdoganato verso l'alto della propria cerchia di lettori allenati e robusti la figura concreta e intrigante di questo poliziotto di Oxford, molto british ma anche molto controcorrente. L'ultimo romanzo con lui è appena uscito, si intitola "Il mistero del terzo miglio". Può essere letto subito, s'intende. Però se un lettore volesse fare la conoscenza con ordine di questo investigatore anomalo, farebbe bene a seguire la cronologia: "L'ultima corsa per Woodstock", "Al momento della scomparsa la ragazza indossava", "Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn", "Niente vacanze per l'ispettore Morse" e "L'ispettore Morse e le morti di Jericho". E scoprirà l'intelligenza solidissima di questo ispettore che inclina verso le donne e verso l'alcol, "un uomo con la pancetta, piuttosto stempiato, sul lato cimiteriale dei cinquanta con quegli orrendi peletti che iniziavano a spuntargli dalle orecchie". Morse ha una passione per gli incastri enigmistici (che non per nulla rimandano alla parola "enigma"). L'autore ci mette del suo: infatti Norman Colin Dexter, 74 anni, già docente di latino e greco e da sempre appassionato di enigmista (tiene una popolarissima rubrica di parole crociate su un giornale inglese) ha prestato al sua passione alla propria creatura letteraria e poliziesca. Morse condensa su di sé una buona dose di humor britannico, un certo smaliziato cinismo di chi già è un po' estenuato dalla vita e una erudizione robustissima: appassionato di Wagner e di letteratura, abbonda in citazioni ma alcune di esse sono calcolatamente inventate di sana pianta (l'enigmista Dexter si diverte depistare e al tempo stesso ad affascinare i lettori). Personalmente di questi gialli oxfordiani apprezzo, più della ferrea trama (e del percorso deduttivo dell'investigazione) le dense atmosfere piovose, le nebbie, l'alternanza di whiskey e tè, le felpate stanze accademiche e i vocianti pub birrosi, le case grigie o di mattoni rosso scuro, l'odore di foglie bagnate d'autunno. Eccetera: ci siamo capiti. E poi mi intriga Morse, con quella sua stanchezza esistenziale che tuttavia avverte ancora la seduzione dell'intelligenza (e quella del "femminile" e del buon bicchiere). Come ogni buon poliziotto letterario, anche Morse ha un suo secondo, un "sergente di spalla". La popolarità dell'ispettore ha avuto in Gran Bretagna un enorme balzo in avanti quando la BBC ha tratto, dai libri di Dexter, una lunga e seguitissima serie televisiva. Oggi Norman Colin Dexter, che aveva dovuto lasciare anzitempo l'insegnamento delle lingue classiche a causa della sordità, ha smesso di scrivere perché colpito da una forma grave di diabete e si limita alle parole crociate. Peccato. Per fortuna ci restano questi perfetti congegni narrativi già messi in cascina ( e ne mancano ancora alcuni da tradurre in italiano). Della trama di quest'ultimo libro edito da Sellerio è proibito dire qualcosa: oso annunciare che nel canale di Oxford viene ripescato un cadavere messo molto male, e la cosa già di per sé è fatta per intrigare la "Thames Valley Police", in cui lavora Morse. Ma al tempo stesso viene denunciata anche la scomparsa di un professor della celebre Università di Oxford. Il nesso fra e due cose? Una questione quasi enigmistica.
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