Istruzioni per un'ondata di caldo
Maggie O'Farrell
TEA e Guanda
E' uscita da TEA l'edizione tascabile di un romanzo di Maggie O'Farrell, "Istruzioni per un'ondata di caldo" , già presente nel catalogo Guanda, un titolo che sembra adatto per questi giorni di caldo così afoso che ti sembra che sudi anche la copertina del libro che stai leggendo. Maggie O'Farrell appartiene alla bella scuderia dei narratori irlandesi, ha 43 anni e ha già ottenuto riconoscimenti solidi. Questa è la storia di un nucleo familiare di piccola borghesia irlandese trapiantata Londra. Sull'Inghilterra incombe una cappa di caldo eccezionale, afoso, che toglie il respiro. Si comincia in casa di Robert e Greta, una coppia con tre figli già grandi e fuori casa. Un mattino Robert esce per andare a prendere il giornale e non torna più. Dove sarà scomparso? Greta allarma i figli, i quali si chiedono come mai il loro genitore così quieto e abitudinario, bancario in pensione e abbastanza sottomesso al carattere dominante della laboriosa, chiacchierona e devota consorte, abbia pensato di andarsene. L'episodio permette alla scrittrice di svelare, con vivaci narrazioni al presente e sapienti tuffi nel passato, le dinamiche interne di quella famiglia così normale, cresciuta in una passabile casetta con giardino e orto in un sobborgo londinese. Vengono alla luce caratteri strani o difficili, screzi, affetti, malumori, tracce di risentimenti, forse drammi privati, gelosie, segreti. Un quadro familiare, ecco, pressoché normale. Il romanzo ha una sua scorrevolezza piacevole: registro colloquiale, abile tessitura di caratteri, attenzione desta. L'allure di commedia si impasta con le increspature di piccoli drammi più interiori, piccole ferite della vita tenute nascoste e pronte a fare di nuovo un po' male se ridestate. Trascrivo qui due passaggi abbastanza lunghi per dire lo stile del romanzo e il suo viaggio nei tempi della vita: "Claire avrebbe dovuto laurearsi in storia e trovarsi un lavoro adatto alle ragazze come lei una volta laureate: da collaboratrice di una rivista oppure, chissà, da segretaria in uno studio legale. Avrebbe condiviso un appartamento a Londra con un'amica, un posto pieno di vestiti e trucchi. Avrebbero comunicato lasciandosi messaggi e intrattenuto i rispettivi fidanzati preparando quel che capitava nel cucinino. Avrebbero lavato la biancheria intima nel lavello, per poi metterla ad asciugare sulla stufa a gas. Poi, trascorso qualche anno, avrebbero sposato un avvocato o un uomo d'affari, per trasferirsi infine in una villetta come quella dei suoi genitori, nell'Hampshire o nel Surrey, e avere tanti figli, tutti bene educati, a cui raccontare la vita a Londra da signorine". Questo per lei. Veniamo a lui: "Michael, invece, avrebbe finito il dottorato. Si sarebbe barcamenato tra le donne più belle della città, e nella Londra di metà anni Sessanta ce n'erano a bizzeffe, e tutte diverse: quelle con il dolcevita nero, quelle con abiti ampi, quelle con gonne incredibilmente corte e stivali alti, quelle con cappello e occhiali da sole, quelle con lo chignon e il cappotto in tweed. Le avrebbe provate tutte, una dopo l'altra. E poi avrebbe ottenuto una cattedra negli Stati Uniti. A Berkley, pensava, o alla New York University. Aveva pianificato ogni cosa. Avrebbe lasciato il suo paese per non farvi più ritorno". Poi, nella realtà, mentre ancora sta lavorando al dottorato, Michael mette incinta Claire. E allora addio avvocati ricchi, addio dottorato, siamo negli anni Sessanta, appunto: "Presero un appartamento in affitto vicino a Halloway Road e lui e Claire facevano a turno a scaldare il latte del biberon sul fornello a gas. Nei fine settimana andavano nell'Hampshire, dove si scatenavano discussioni infinite sull'opportunità di accettare un prestito dal suocero per comprare un posto decente in cui abitare". Chiaro il quadro. Il finale somiglia un po' a un serial televisivo ma vabbè, nel romanzo fa molto caldo, come qui.
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