La ballata di Iza
Magda Szabo
Einaudi
Compie 50 anni uno dei romanzi più belli della scrittrice ungherese Magda Szabo, "La ballata di Iza", presente nel catalogo Einaudi e ora anche nei tascabili. Magda Szabo (1917-2007) è considerata a giusto titolo una delle maggiori scrittrici europee del Novecento: la ammirò moltissimo, fra gli altri, Herman Hesse e il suo nome si aggiunge alla lista di autori che avrebbero meritato il premio Nobel più di altri ma non lo ebbero (una lunghissima fila, cha va da Tolstoj fino a Graham Greene"…). Einaudi ha tadotto in italiano parecchi libri della Szabo: da leggere certamente sono, oltre a questo di cui parliamo, "La porta", "Via Katalyn" e anche le sue memorie ("Il pozzo profondo") che sono a modo loro, sempre, un romanzo. Ora a dire il vero Salani ha appena pubblicato un altro titolo dell'autrice ungherese, "Ditelo a Sofia": non l'ho ancora letto, lo farò prima o poi. Ecco dunque oggi lo spunto dl mezzo secolo di vita di "La ballata di Iza" per riproporre questo titolo a chi ama i libri belli: è un romanzo che resta vivido e forte e impregna di sé il lettore che vi si avventura e, legendolo, compie anche un certa fatica (chi l'ha detto che i buoni libri debbano essere pe forza facili?) ma ne viene a poco a poco densamente ripagato. In sostanza, nel romanzo viene narrato, in un seguito di accadimenti intensi ma anche minimi, spesso dolenti, talvolta generosamente belli, talaltra dolorosamente avari, il rapporto tra una figlia e i suoi genitori e i suoi uomini. Eccezionale la figura centrale della madre, "la vecchia", che attraversa tutto il romanzo con il suo disagio dentro, che è quello di non poter coltivare in pace la memoria del suo uomo, con il suo affetto enorme per la figlia unica, con l'attaccamento mite e salutare alle sue radici, ai suoi piccoli idoli domestici, all'odore buono delle memorie. Su di lei incombe il perfezionismo preciso di Iza, la figlia intelligente e brava, medico di successo. Il marito e padre fu un giudice buono inigiustamente caduto in disgrazia e messo al bando come un reietto per anni, sino alla riabilitazione quasi tardiva, che gli addolcirà appena gli ultimi anni: una coppia ferita dalla vita, che ha attraversato i tempi della povertà, della guerra, del comunismo (ma sono soltanto uno sfondo, la storia è tutta esistenziale, tutta scolpita nel groviglio msterioso dei sentimenti primari, dei legami familiari e affettivi). La vecchia mamma viene invitata a Budapest dall'efficiente figlia che per darle generosa assistenza razionale le toglie l'emotiva pelle delle abitudini e dei valori più profondi. L'arido altruismo, il sacrificio egoistico di Iza si riverberano anche sui due uomini della sua vita, innamorati e impauriti di fronte a questa donna bella, intelligente, amabile, fiera. Non sto a dire di più, lasciatevi andare dentro le spire di questo romanzo pieno di severa bellezza e di compassionevole tenerezza. E' scritto benissimo, con i personaggi a poco a poco sgrezzati come da una primaria creta indistinta e resi ad ogni pagina più affinati, veri, vivi, rivelati nella luce delle contraddizioni, dei grovigli interiori e di quella convivenza fra il desiderio del bene e l'imperfezione della fragilità che è costitutiva della natura umana.
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