Mario Vargas Llosa
Einaudi
Il romanzo è un giallo e al tempo stesso una commedia tenera e aspra, con venature di dramma esistenziale e con tocchi di umorismo. Vargas Llosa è bravissimo nell'inscenare sorprese, sospensioni, colpi di scena: alla fine di ogni capitolo cresce l'appetito per quello che viene dopo. Lo stile è talvolta minuziosamente descrittivo, talaltra scoppiettante di dialoghi. Tutto il romanzo è abitato da nervature enigmatiche di misteri, allusioni magiche, strane visioni che non si sa quanto siano vere. Tutt'intorno respirano la caotica citta di Lima, la sonnacchiosa cittadina provinciale di Piura, la terra vasta e polverosa del Perù. Siamo nel riconoscibile e affascinate brodo narrativo sudamericano, dove il realismo viene sempre sfidato dall'inquietudine del magico e dove i cibi, la sensualità, le passioni belle e quelle torve si mescolano in un impasto umano caldo, sudato, sensibile. C'è qualche accento erotico soft troppo compiaciuto, seppure con tocco leggero; e qualche personaggio azzeccato scompare dal romanzo senza più dar segno. Ma a parte ciò la scrittura è vivida e l'impianto del romanzo è costruito da un maestro della narrativa che sa inventare i difficili congegni perfetti degli incastri, dello stupore, delle sorprese, cogliendo in presa diretta lo spettacolo strano, bello, contradditorio della vita. In salsa peruviana.
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