Sottomissione
Michel Houllebeck
Bompiani
Michel Houllebeck possiede una certa forza di scrittura ( e di immaginazione, e di provocazione). Ma il suo ultimo romanzo ("Sottomissione", Bompiani) giunto come un botto proprio nei giorni e settimane degli atti terroristici di Parigi e dei dibattiti e polemiche di fronte alla montante presenza islamica in Francia e in Europa e alle derive fanatiche dell'integralismo e del terrorismo, fa più rumore che sostanza letteraria. E' una storia fra fantapolitica e profezia: immagina la Francia del 1922 governata da un presidente della repubblica espresso dai Fratelli musulmani, moderato, intelligente, con in testa il disegno vasto di una islamizzazione lenta e non violenta del paese e dell'Europa. Di positivo, nel romanzo, c'è il balenare di una prosa spesso viva di un suo realismo narrativo. Poi c'è tutta una serie di riflessioni sociologiche, politiche, religiose e storiche che, con una certa serietà d'affondo, danno spessore d'analisi non banale all'ipotesi fantapolitica ( che invece, nel suo esito immaginato, è forzata). Nei panni del saggista provocatore Houllebeck possiede insomma armi di intelligenza nel suo arsenale intellettuale e narrativo. Di negativo, nel libro, c'è l'esasperazione di un pasticcio troppo semplicistico fra profezia, fantapolitica, analisi. Lo scenario prospettato mostra una coscienza civile francese (intellettuale e popolare) totalmente appannata: la maggioranza islamica rimanda le donne a casa a fare le mogli e madri e basta, copre i loro corpi, introduce un patriarcato maschilista subdolo. Ma davvero le donne di Francia si lascerebbero, tutte, cancellare una identità e una dignità per ottenere le quali ci erano voluti decenni di cammino? Davvero la Francia di sinistra, la Francia cattolica, la Francia di destra e la Francia identitaria e populista si "lascerebbero fare" cosi facilmente? Ma poi a disturbare davvero nel romanzo è la scorciatoia facile dei puntuali squarci di scene sessuali grevi (e gratuite, senza senso e nesso): scimmiottare , con oltre mezzo secolo di ritardo, le ossessioni sessuali di un Henri Miller o credere di imitare le fisse sessuali di un Philip Roth (che, pur nell'eccesso, hanno ben altro spessore amaramente ironico) significa avere dei limiti vistosi e morbosi. Oltre a ciò, traspare l'esibizione intellettualistica e di casta dello specialista accademico (in questo caso dell'opera e del travaglio spirituale dello scrittore ottocentesco J.K.Huysmans, di cui Houllebeck è serio studioso). "Sottomissione": alcuni materiali interessanti per riflettere su timori e insidie di civiltà del nostro tempo. Ma anche una poco concludente morbosità pasticciata d'insieme. Si può anche fare a meno di leggerlo.
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