Nostalgia
Eshkol Nevo
Neri Pozza
Ho recensito su queste pagine, negli ultimi anni, due romanzi di Eshkol Nevo, scrittore israeliano di 43 anni, appartenente alla nuova generazione di quella singolare e stupefacente fucina di narratori concentrati in un Paese, Israele, che ha lo stesso numero di abitanti della Svizzera e che allarga sul mondo il segno forte di almeno una decina di scrittori di grandissimo valore (se il premio Nobel a un israeliano non risultasse « politicamente scorretto » agli occhi ideologici dell'Accademia di Stoccolma, da tempo un Yheoshua, un Oz, un Grossman avrebbero dovuto riceverlo. Altro che Fo). Torniamo al nostro giovane scrittore. Avevo dunque presentato i suoi ultimi due romanzi tradotti in italiano e avevo lamentato il fatto che il primo, « Nostalgia », pubblicato nel 2006 da Mondadori, fosse da tempo fuori commercio, esaurito. Ecco ora, per fortuna, che Neri Pozza ce lo ripresenta in una nuova edizione, appena sfornata nelle librerie. E corro a parlarvene. Chi ha letto gli altri due romanzi sarà lieto di rirpendere il filo narrativo di questo scrittore notevole. Chi ancora non lo conosce, potrà cominciare a farlo cronologicamente con questo suo primo libro, « Nostalgia », in cui Eshkol Nevo rivela la capacità di situare alcune storie private (la quotidianità, l'amore, le curiosità, l'imbattersi negli altri) dentro lo sfondo della tensione araboisrealiana. La giovane fotografa Noa e lo studente di psicologia Amir, entrambi israeliani e molto innamorati, trovano casa in una ex enclave araba. Un operaio palestinese che lavora nei dintorni riconosce in quella casa la dimora in cui lui era cresciuto da bambino prima che la sua famiglia venisse cacciata dai coloni ebrei. E ha voglia di tornare a visitare quei locali"… Nel frattempo una famiglia ebrea che vive lì vicino ha appena perso in guerra un giovane figlio soldato e sta sperimentando il deserto del dolore. La madre continua a piangere il figlio morto, inconsolabile, e il fratellino rimasto si sente sperso, un po' dimenticato, come se fosse colpevolmente sopravvissuto. Accanto all'appartamento di Amir e Noa, separato da una sttolissima parete, vive Moshe, il padrone di casa, che sta con la giovane moglie Sima e i due bambini e qulla coppia si ama di un amore vero e profondo : Amir e Noa ne percepiscono la solidità vibrante e del resto anche loro due non stanno indietro, si amano fra un locale e l'altro, con la linfa della giovinezza, e per amoreggiare sfruttano gli orari in cui il vicino di là dalla parete sottilissima è assente (anche l'amore ha i suoi rumori). Quatro abitazioni (una, per il giovane arabo, perduta : ma nascosto dietro un mattone la madre aveva messo un prezioso oggetto, un segreto, da ritrovare"…), quattro luoghi di amore e dolore, tenerezza e speranza, ferite e pulsioni. Eshkol Nevo non dà lezioni, non giudica, si limita a tracciare con sensibilità il travaglio interiore, le contraddizioni, i desideri di personaggi (isrealiani e arabi) provvisti di una proria umanità e di una propria storia. C'è, nella scrittura di Nevo, una delicatezza di sguardo, c'è una profonda comprensione empatica per i personaggi. Intorno, respirano la precarietà e la drammaticità di una situazione sospesa, accesa come una miccia, senza soluzioni. Siamo al tempo dell'attentato contro il Primo Minstro Itzhak Rabin, assassinato da estremisti ebrei ortodossi. L'aria è cupa, in generale. Ma per fortuna ci sono vite normali, vere, buone, che palpitano e si arrabattano. E ci sono uomini e donne che si amano bene, e ci sono scaglie di speranza che non stanno lassù dove si fanno e disfanno i grandi destini della politica e del mondo ma giù, nelle pieghe calde e reali della vita quotidiana, dell'umanità piccola e bella in azione. Gli altri due romanzi di Nevo, lo ricordo, sono « La simmetria dei desideri » e « Neuland », anch'essi editi da Neri Pozza.
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