J.D. Salinger
Einaudi
Nove racconti secchi come fulmini, scarni e densi al tempo stesso, sorprendenti come pugni ma anche come ruvide soste di tenerezza e compassione. Questo è lo spiazzante J.D. Salinger che, nel centenario della sua nascita, vale la pena di conoscere, oltre beninteso al celebre "Il giovane Holden" . Devo a Laura Morante, attrice, regista e ora anche scrittrice, la scoperta di questi racconti. Parlando agli "Eventi letterari del Monte Verità" di Ascona, lo scorso aprile, e rispondendo a una domanda sulle sue letture fondative, lei citò fra gli altri Salinger: "Ma non tanto quello di Holden, che naturalmente fu importante; no, dico i "Nove racconti", la sua cosa di gran lunga migliore". Incuriosito (conoscevo oltre a Holden "Fanny e Zoe" e "Alzate l'architrave, carpentieri") sono andato a cercarli e li ho trovati nell'edizione Einaudi, tradotti da Carlo Fruttero. Davvero quelle storie sono stupefacenti. Furono scritte fra il 1948 e il 1953, a cavallo dunque del Giovane Holden, che uscì nel 1951. Vi si incontrano, qua e là, i personaggi della famiglia Glass che poi ritroveremo negli altri, pochi libri pubblicati da Salinger.A parte ciò, i racconti sono nettamente diversi fra di loro e nondimeno portano come il segno di una abbozzata prova di grande affresco esistenziale, narrativo, morale. Sono racconti quasi incompiuti, oppure stranianti, come se dovessero concorrere a un più vasto disegno narrativo: anche in quella vaghezzasta il loro fascino. Sono storie avviate tutte con un ritmo narrativo spedito, di taglio realistico e minuzioso. Poi, di colpo, spesso nella martellata di un finale aspro, o spietato, o invece lasciato apertissimo, ecco l'accelerazione, il punto di svolta. Ci sono dialoghi serrati, confidenziali, discorsivi, quasi da sceneggiatura cinematografica. E sono intagli di vita vera: due amiche che si confidano e consolano, bevendo; la telefonata fra un uomo che accanto a lui nel letto ha una donna che non è la sua e dall'altra parte del filo un uomo la cui donna è sparita; e apparenti bozzetti familiari che poi si infiammano; lampi di memoria di guerra e di tenerezza acciuffata e perduta; ealtro ancora. Salinger tesse la sua tela senza approfondire sentimenti e stati d'animo ma entrando in presa diretta con parole, gesti, reazioni e molti dettagli di oggetti minimi, piccoli tocchi di realtà. Poi, come s'è detto, lo scrittore imprime al ritmo le velocità inattese che lui vuole imprimere. E spiazza il lettore, talvolta con colpi secchissimi, talaltra con una affezione umanissima. Primeggiano, in questi racconti, le figure di bambini, di ragazzini o ragazzine, quasi una anticipazione dell'adolescente Holden. Loro, i ragazzi, conservano segni incorrotti di tenera umanità, sapienza inattesa e stupore. Gli adulti, quasi sempre, sono già ammaccati. Alcuni racconti rasentano stranezze, punti vagamente grotteschi. Alcuni sono stilisticamente e sostanzialmente perfetti, altri un po' ingarbugliati. Ma questo è Salinger. E tu non puoi chiedergli niente, per fortuna. Puoi solo leggerlo.
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