Paura e tristezza
Carlo Cassola
Oscar Mondadori
"Paura e tritezza " è il romanzo più lungo di Cassola, l'ultimo dedicato ai destini anonimi e sotto traccia di personaggi (quasi sempre femminili) nel paesaggio di Volterra e dintorni. Più tardi Cassola tenterà romanzi un po' pacifisti e un po' apocalittici, considerati a giusta ragione minori. "Paura e tristezza" mi piacque molto e molto mi colpì, quando uscì nel 1970. Protagonista del romanzo è Anna (ecco un nome cassoliano che ritorna). Un destino amaro, quello di Anna, figlia di ragazza madre , nel povero mondo contadino del dopoguerra, una breve luce di intima felicità in età adolescenziale e poi la faticosa mediocrità di una vita senza sussulti, sciatta. Da farsela bastare, ecco. Sontuoso, nella sua scarna bellezaza, il paesaggio (il borgo popoloso, le frazioni sparse, le paurose, ardite "Balze", gli uliveti). Sommesso e dolente il battito narrativo. La rassegnazione a un tono basso della vita non esclude, alla fine, una quieta positività: basta un mattino dolce d'autunno, con ricordi d'infanzia e la sensazione di un desiderio buono: la vita, nonostante tutto. La prosa è diretta, attenta ai dettagli e alle atmosfere di un realismo calmo, intessuto di dialoghi "popolari", quasi dimessi, in una semplicità voluta.
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