Carlo Cassola
Mondadori
di SILVANO CALZINI
"Un cuore arido" venne pubblicato nel 1961. Lo stile è quello tipico di Cassola, scarno, essenziale e come tutti i suoi libri è ambientato in Toscana, in questo caso a Marina di Cecina negli anni Trenta. Anna, la protagonista, passa per essere una ragazza insensibile, fredda, appunto un "cuore arido" come dice il titolo, mentre invece è solo un'introversa che vive a pieno i sentimenti e le passioni ma lo fa dentro di sé, senza esternarli. Vive un'esistenza grama, fatta di poche cose, ogni tanto attraversata da qualche piccolo sussulto appena percettibile. Un nulla nel grande fluire della storia, ma una traccia profonda e da seguire per chi è interessato a scavare nelle ragioni del cuore umano. La trama la potremmo riassumere così: un amore, una provvisoria illusione, un distacco, un tradimento, un ritorno e alla fine la scelta della solitudine. Gli avvenimenti sono pochi: «I fatti - dice a un certo punto Anna - non hanno importanza né significato». Tutto il romanzo è attraversato dalla banalità quotidiana, quella che conosciamo anche noi ogni giorno, quel nulla e quell'insignificante che in realtà sono la vita vera, almeno per chi sa coglierla, come appunto Anna: «Niente, niente avrebbe potuto sconvolgere la sua vita perché la vita, l'esperienza vera della vita, era qualcosa di intangibile. Niente poteva intaccarla: e i fatti, quei fatti di cui si parla tanto, erano in realtà senza importanza, senza significato».
Leggendo il romanzo possiamo scoprire a poco a poco in Anna una moralità intima profonda. È una ragazza scontrosa, bella anche se non appariscente, respinge i corteggiatori e anche la sorella Bice e la zia, che pure le vogliono bene, fanno fatica a capirla. Lei stessa si definisce così: «Io sono come i gatti: mi affeziono più ai luoghi che alle persone». Forse solo Mario, durante il loro breve e intenso amore, ne ha intuito per un momento la ricchezza di sentimenti. All'inizio anche per il lettore può sembrare quasi respingente, ma pagina dopo pagina si intuisce che nasconde qualcosa di segreto e inafferrabile. Nel romanzo sono molto belle e vivide anche le descrizioni degli ambienti, dalla campagna toscana e certi interni contadini e operai, resi dalla penna di Cassola quasi come dal pennello di un Vermeer.
A mio parere "Un cuore arido" rappresenta bene tutta la produzione letteraria di Cassola, uno scrittore di razza, molto amato dal pubblico, ma molto osteggiato dalla critica, o almeno da una certa critica, che negli anni Sessanta arrivò a definirlo "la nuova Liala", accusandolo di produrre una letteratura sentimentale, facile e di consumo. In realtà Cassola è stato un uomo che ha partecipato alle vicende del suo tempo, partigiano durante la guerra e attivo su temi come il disarmo negli ultimi anni, ma fermamente convinto che il significato più vero e profondo della vita sia qualcosa di segreto e inafferrabile, da ricercare nell'esistenza quotidiana, nei sentimenti e nell'animo umano più che nelle grandi vicende della Storia con la "esse" maiuscola.
"Liberiamo pure il proletariato, la donna, ecc. Ma non dimentichiamo che la felicità è una condizione dell'anima. Non si crea cambiando le basi pratiche del vivere. Un insensibile, un arido, un indifferente, sarà un infelice sempre, in qualsiasi società viva." Ecco, in queste sue parole c'è tutto Carlo Cassola.
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Carlo Cassola
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