2012
Martin Suter
Sellerio
Johann Friedrich von Allmen, che abbiamo imparato a conoscere nella prima uscita in italiano del ciclo che Martin Suter sta dedicando a quello strano personaggio, è un intelligente, pigro borghese zurighese in dissesto, diventato investigatore suo malgrado per mantenere difficoltosamente lo statuto di uomo ricco e aristocratico (ha persino rispolverato un "von" davanti al suo cognome, memore di antichi, presunti splendori decaduti del suo casato). Appassionato d'arte, nella sua prima avventura scopre e sventa un furto di capolavori e così, diventato ricco, anche se precariamente, mette in piedi una elegante agenzia internazionale di investigazioni per il recupero di capolavori artistici. In questa seconda avventura Allmen e il suo assistente (il fido guatemalteco Carlos, con il quale forma una nuova, singolare coppia investigativa che si aggiunge alle molte inventate dalla letteratura) si immerge per davvero nelle acque misteriose e limacciose degli intrighi internazionali. Un cliente enigmatico lo incarica di ritrovare le tracce di un diamante rosa scomparso, che vale decine di milioni. Da qui si avvia la sequela di scene sorprendenti e al tempo stesso elegantemente calme, in un ritmo fresco di suspense e di minuta osservazione sociale e di atmosfere. La trama (tesa, da non svelare qui al lettore) si svolge in Svizzera (nella città e nella campagna di Zurigo) e poi sul mar Baltico, in un lussuosissimo albergo per gente ricca che vuole ritemprarsi nelle acque e nelle luci nordiche (e lì, davvero, Allmen assume l'allure raffinata di un agente segreto).
Martin Suter è abilissimo nell'intreccio perfetto fra suspense e descrizioni di persone, paesaggi, ambienti. Si diverte e ci diverte anche con citazioni sottili, piccoli riferimenti a libri, musiche, analogie (di una casa malriuscita in periferia di Zuigo dice che "era piuttosto infelice dal punto di vista architettonico: sembrava una casa di campagna in stile misto, mezzo inglese e mezzo ticinese". L'interno poi era ancora peggio, con "archi a tutto sesto in mattoni, elementi in ferro battuto, parquet fantasiosi"…sembrava di essere in un programma di Vico Torriani" : e questa la capiamo soltanto noi che siamo svizzeri e abbiamo una certa età). Martin Suter, scrittore svizzero tradotto e molto letto in tutto il mondo, possiede l'arte del fioretto narrativo che in questi anni sta decisamente usando per il genere giallo ( a modo suo). La conferma della sua bravura ci viene soprattutto dalle pagine dedicate al soggiorno sul mar Baltico, in cui vengono evocate gestualità elitarie, colori, luci e piogge addirittura con reminiscenze da fondali tipo Buddenbrock, il romanzo di Thomas Mann che si svolge poco lontano da lì, fra Lubecca e le acque baltiche di Travemünde. Insomma, Suter scrive facile ma dimostra due cose: che per scrivere felicemente facile bisogna possedere la difficile complessità del narratore puro; e che alle spalle lui possiede in cascina un prezioso fieno di cultura, sensibilità ed esperienza di vita.
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